Governo che viene, benzina che sale. Tutto sbagliato, le casse piangono

21 Giu 2014 19:30 - di Antonella Ambrosioni

Benzina? No grazie. Le accise continuano ad aumentare e agli automobilisti non resta altro che tagliare la spesa anche sui carburanti come su tutto il resto. Lo Stato piange, perché nonostante il rincaro della benzina, non c’è beneficio per le casse pubbliche, bensì un effetto negativo sul gettito fiscale che è diminuito del 2,7%. Nei primi cinque mesi del 2014 la spesa per benzina e gasolio è stata pari a 24,835 miliardi di euro, in calo del 4% rispetto allo stesso periodo del 2013. «È del tutto evidente  che l’eccessiva tassazione su benzina e gasolio auto, non solo è una forte remora alla ripresa dell’economia, ma dalla fine del 2012 incide negativamente anche sul gettito fiscale. Si è cioè già verificato l’effetto Laffer, cioè l’effetto che si ha quando lʼaumento della tassazione influisce tanto negativamente sui consumi da far calare il gettito». Mette il dito nella piaga Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, specializzato nelle ricerche sul mercato dell’automobile. Molto poco geniali si sono rivelate le ricette dell’illuminato Monti e poi di Letta che per non sbagliare hanno sempre ritoccato al rialzo le accise. Ma la cosa bizzarra è che a questo trend disastroso che non porta nulla di buono si è associato anche il premer Renzi.

Se errare è umano, perseverare è diabolico. Infatti Promotor sottolinea come «ormai, al cronico calo dei consumi dei carburanti si associ una flessione della spesa e del gettito fiscale, mentre fino al 2012, malgrado la contrazione della domanda, spesa e componente fiscale erano aumentate». Insomma, stiamo peggiorando performance già negative nel recente passato, ma il governo sta utilizzando con disinvoltra la stessa ricetta. Mentre i benzinai continuano le proteste e gli scioperi, chiedendo una riforma strutturale della rete carburanti, prezzi più bassi e condizioni eque e non discriminatorie, il governo in un’ultima bozza del “taglia-bollette” per le piccole e medie imprese inserisce una “polpetta avvelenata”: un nuovo aumento delle accise dei carburanti che vale 140,7 milioni nel 2019, 146,4 nel 2020 e 148,3 dal 2021. Un nuovo salasso per gli automobilisti italiani. Nell’analisi  il centro studi sottolinea infatti che dal 2006 al 2012 i consumi di benzina e gasolio auto sono crollati, ma spesa, componente fiscale e componente industriale sono aumentate. Nel 2013, la situazione è però cambiata del tutto. In quest’anno, come noto, non sono calati solo i consumi, ma anche la componente industriale (-9,6%), la spesa (-5,9%) e pure il gettito per l’Erario (-2,7%). Anziché cambiare tattica, si prosegue sulla strada del rialzo. Gli automobilisti non si divertono e non ci pensano due volte a risparmiare, ma anche l’Erario non sorride. Contento Renzi…

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