E a Padova il leghista Bitonci esulta con tutto il centrodestra: «Abbiamo mandato a casa i comunisti»

9 Giu 2014 12:06 - di Redazione

Governata da dieci anni dal centrosinistra, Padova torna al centrodestra. Al ballottaggio ha vinto il leghista Massimo Bitonci che, assieme a una coalizione totalmente ricompattata, ha ottenuto il 53,50% contro il 46,50% di Ivo Rossi. Il risultato finale, dunque, ribalta quello del primo turno che vedeva Rossi in testa con il 33,7% e Bitonci, commercialista 49enne, indietro al 31,4%. «In settimana varerò la Giunta, sarò il sindaco di tutti, anche di quelli che non ci hanno votato. Chi viene in Giunta deve spogliarsi dei simboli, perché noi dobbiamo governare e ripulire la città. Le bandiere fuori», ha detto Bitonci che, a caldo, aveva esultato: «Abbiamo mandato a casa i comunisti». «È una grande vittoria – ha poi aggiunto – perché fino a un po’ di tempo fa non ci davano nemmeno nella partita, ma siamo stati in mezzo alla gente e nelle piazze. Padova – ha rivendicato – è l’unica città in Italia dove vinciamo con il centrosinistra che ha il vento in poppa». Sulla vittoria dell’esponente leghista ha certamente avuto un ruolo la capacità del centrodestra di ritrovarsi unito. Al primo turno Bitonci era sostenuto, oltre che dalla “sua” Lega e da una serie di civiche, anche da Forza Italia e Fratelli d’Italia, ma non dal Nuovo Centrodestra, che con alcune civiche aveva un proprio candidato: Maurizio Saia, politico di lungo corso, già assessore di An e deputato del Pdl, che aveva ottenuto il 10,63%. «Non so che cosa rimproverarmi, abbiamo dato il massimo, ma i risultati non sono arrivati», ha commentato lo sconfitto Rossi, che ha guidato la città da quando l’ex sindaco Flavio Zanonato divenne ministro allo Sviluppo economico. «Abbiamo dimostrato grandissimo amore per questa città, ma i risultati sono sotto gli occhi di tutti, è inutile recriminare. I cittadini – ha ammesso Rossi – hanno scelto con il modo più democratico il voto. Ora – ha concluso – la nostra coalizione dovrà interrogarsi a fondo sul perché non siamo riusciti a esprimere al meglio la nostra idea di governo del futuro della città». 

 

 

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