Cresce la produzione industriale, i “renziani” esultano ma Squinzi li gela: «Non è la ripresa»

10 Giu 2014 17:48 - di Lando Chiarini

Torna a salire la produzione industriale. Il dato è riferito al mese di aprile e fa registrare un aumento dello 0,7% rispetto a marzo, quando era risultata negativa, e una crescita dell’1,6% su base annua. È l’Istat a rilevarlo, non senza evidenziare che si tratta del rialzo annuo più alto dall’agosto del 2011. Il ritorno del segno “più” riporta un po’ di ossigeno dopo un marzo in discesa sia in termini congiunturali (-0,4%) che tendenziali (-0,1%). A crescere di più sono i comparti dell’energia (+3,0%), dei beni di consumo (+2,2%) e dei beni intermedi (+0,5%). Calano in compenso i beni strumentali (-1,3%). Per quanto riguarda invece i singoli settori, vanno bene metallurgia (+7,1%), industrie alimentari (+5,8%) e fabbricazione di mezzi di trasporto (+3,4%). In aumento sono risultati anche gli autoveicoli (+0,4%). Decisamente negativo, invece, la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-8,1%).

L’indicatore positivo, tuttavia, non autorizza facili entusiasma e soprattutto dovrebbe scoraggiare chi – come la genziana Bonafè – brandisce come una clava i dati Istat nel goffo tentativo di portare acqua al mulino del governo: “Gli italiani – ha spiegato – guardano al futuro con più ottimismo, era proprio uno degli obiettivi del decreto Irpef sugli 80 euro. Una dichiarazione, quella della Bonafè, davvero a prova di ridicolo se solo si pensa che i dati diffusi dall’Istat si riferiscono ad aprile quando il bonus degli 80 euro non era stato ancora erogato. Ma al di là delle pur comprensibili esigenze dettate dalla propaganda, sono i numeri a dire chiaramente che il lieve miglioramento registrato un mese e mezzo fa in termini di produzione industriale non somiglia neppure lontanamente ad una vera e propria ripresa. A confermarlo è sempre l’Istat, secondo il quale il Pil nazionale del primo trimestre di quest’anno è tornato a scendere dello 0,1 per cento mentre, nell’ambito dei consumi finali, il dato tendenziale risulta ancor più negativo (-0,6%).

A raffreddare gli entusiasmi della maggioranza provvede soprattutto il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, che commentando i dati Istat richiama tutti ad un bagno di realismo: “Non è un dato chiaro -spiega – queste variazioni minime non si possono ancora interpretare come una vera ripartenza, che speriamo arrivi nel più breve tempo possibile”.  E speriamo che Palazzo Chigi abbia raccolto il messaggio.

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