Bimbo ucciso a Ravenna da un pirata in fuga: e il disegno di legge sull’omicidio stradale langue…

23 Giu 2014 12:55 - di Bianca Conte

Un bimbo di appena tre anni travolto sotto gli occhi della mamma sulle strisce pedonali alle porte di Ravenna. Un’invasione di corsia lungo la strada “dei due mari” che collega Alghero e Porto Torres che è costata la vita a Luigi Martini, un uomo originario di Roma, dove viveva. Mentre accertamenti sono ancora in corso sull’A/12 Rosignano-Genova dove, intorno alle 4, la polizia stradale è intervenuta per un incidente in cui è morto il ventiquattrenne Michele Ricci, nato a La Spezia ma residente anche lui nella capitale. È il tragico bollettino delle ultime 24 ore: solo delle ultime 24 ore. Il resoconto di una guerra combattuta in prima linea sulle strade, dove troppo spesso si muore per colpa di un nemico invisibile e vigliacco, veloce nel colpire e nel fuggire senza fermarsi a prestare soccorso. Così, mentre le commissioni parlamentari discutono sull’esame in via preliminare delle varie proposte al vaglio sul reato di omicidio stradale, con posizioni spesso contrastanti, domina la paralisi decisionale. E intanto si continua a morire.

E con una frequenza e una brutalità continuamente crescenti, a conferma di un trend letale inquietante. Lo dicono, tra gli altri, le cifre agghiaccianti proposte dallAsaps (Associazione Sostenitori Amici Polizia Stradale) che, dopo quest’ultima uccisione di un bimbo di 3 anni, è tornata, insieme alle tantissime associazioni dei parenti delle vittime della strada, a chiedere l’istituzione del reato di omicidio stradale. E allora, nel 2013, 52 bambini sono morti in 832 incidenti: in pratica, uno a settimana. Nel 2014 i piccoli morti sono stati 20, in oltre 380 scontri. Quest’anno, fino ad ora, le piraterie risultano essere 383, con 47 morti e 473 feriti; 29 hanno coinvolto bambini, 2 sono morti e 32 sono rimasti feriti.

Ma non è tutto purtroppo: il totale delle vittime della strada, secondo una recente stima dell’Istituto Superiore della Sanità, raggiunge quasi le quattro migliaia di persone finite sotto le ruote di un conducente ubriaco, o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti o di psicofarmaci, quasi sempre in fuga dopo l’attrito. Anche in queste ore, dunque, è caccia al pirata che, a bordo di una Mercedes di colore scuro, (sembra con targa straniera), ha investito e ucciso – trascinandolo per quasi un’ottantina di metri – il piccolo di Ravenna, deceduto poco dopo l’incidente in ospedale. Proprio in queste ore in Procura è in corso un incontro per fare luce sulla dinamica dell’investimento, sullo stato delle indagini e delle ricerche del killer in fuga. L’ennesimo che potrebbe restare impunito se, dopo le dichiarazioni d’intenti professate dall’ex ministro Cancellieri all’epoca della sua investitura al Viminale – soprattutto a seguito delle pressioni mosse da parte delle associazioni nate grazie ai parenti delle vittime della strada – e dopo l’invito recente del premier Renzi a entrare nel vivo della questione legislativa, il disegno di legge in fase embrionale resterà – ancora – lettera morta.

 

 

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