Caso Ruby: no alle tv in aula, mentre slitta il processo al giudice che condannò Berlusconi (è malato)

20 Giu 2014 10:50 - di Valerio Pugi

Silvio Berlusconi è arrivato a Cesano Boscone poco prima delle 10 per trascorrere la mattinata nell’istituto Sacra Famiglia, come prevede l’affidamento ai servizi sociali per la condanna nel caso Mediaset. Si tratta della settima volta che Berlusconi si reca all’istituto dove, nella residenza San Pietro, si occupa dell’assistenza ai malati di Alzheimer. E contemporaneamente è cominciato a Milano il processo in Appello sul caso Ruby nel quale l’ex premier è imputato per concussione e prostituzione minorile. In aula a difendere l’ex premier ci sono i professori Franco Coppi e Filippo Dinacci. I giudici della seconda Corte d’Appello, presieduti da Enrico Tranfa, dopo essersi riuniti in Camera di consiglio hanno deciso per il momento di vietare la presenza in aula di operatori televisivi e fotografi, che avranno accesso solo alla lettura della sentenza.
Nel frattempo è slittato al 3 luglio prossimo il processo davanti alla sezione disciplinare del Csm a carico del giudice della Cassazione Antonio Esposito, presidente del collegio che nell’agosto scorso ha condannato in via definitiva Silvio Berlusconi per frode fiscale. Il magistrato, che sarebbe dovuto comparire davanti al Csm, non si è presentato e ha inviato un certificato medico nel quale si comunica che è ricoverato in ospedale, con una prognosi di tre giorni, per essere sottoposto a intervento chirurgico. Esposito è finito davanti alla sezione disciplinare del Csm per l’intervista data al “Mattino” di Napoli qualche giorno dopo la sentenza di condanna per Berlusconi e prima del deposito delle motivazioni di quella sentenza. L’accusa in particolare per lui è di aver violato il dovere di riserbo e di correttezza, anche nei confronti dei colleghi che componevano il collegio giudicante, esprimendo nell’intervista «considerazioni e notazioni di carattere generale intorno ai temi del giudizio», soprattutto «con riferimento alla posizione di uno dei ricorrenti, il senatore Berlusconi, prima della stesura e del deposito della motivazione della sentenza». A comunicare il ricovero di Esposito è stato, con una lettera, il suo difensore, l’ex pm di Mani Pulite, Piercamillo Davigo.

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