Affari con le slot machine e il traffico di armi e droga: 54 arresti in una retata contro la ‘ndrangheta

24 Giu 2014 10:16 - di Redazione

Operazione dei carabinieri del Ros di Roma e Reggio Calabria contro la cosca Molè della ‘ndrangheta: 54 le ordinanze di custodia cautelare eseguite dalle prime ore della mattina in diverse regioni; sequestrati beni e quote societarie per il valore complessivo di circa 25 milioni di euro. Gli arrestati sono accusati di associazione mafiosa, traffico di armi e stupefacenti ed intestazione fittizia di beni. Al centro delle indagini del Ros, coordinate dalla Procura distrettuale antimafia reggina, le attività illecite di quella che viene considerata una delle più potenti cosche, con diramazioni in tutta Italia e all’estero. Le indagini, in particolare, hanno documentato i “consistenti interessi” della cosca in ramificate iniziative imprenditoriali e commerciali in Calabria, Lazio ed Umbria, oltre che nella gestione di ampi settori della distribuzione delle slot machine su tutto il territorio nazionale. Sono stati inoltre accertati – sottolineano gli investigatori – «rilevanti traffici di armi dai Paesi dell’est europeo e l’importazione di ingenti carichi di stupefacenti dal nord Africa».
E, sempre in tema di ‘ndrangheta, la prima Corte d’Assise d’Appello di Milano ha confermato la maggior parte delle condanne inflitte in primo grado a presunti mandanti ed esecutori materiali dei delitti che insanguinarono l’Alto Milanese e la provincia di Como: ergastolo per tredici imputati e pene ridotte per altre tre persone a conclusione del processo in appello con al centro gli omicidi del boss della ‘ndrangheta Carmelo Novella, di Rocco Stagno e Antonio Tedesco, avvenuti tra il 2008 e il 2009 per faide scoppiate all’interno dei clan radicati in Brianza e nel Milanese. I giudici hanno ridotto invece a 30 anni di reclusione la pena del carcere a vita per due imputati, Domenico Tedesco e Maurizio Napoli. Pena ridotta, da 23 a 19 anni di carcere, anche per il collaboratore di giustizia Michael Panajia, uno dei killer di Carmelo Novella, il capo della “Provincia” lombarda che riuniva tutte le locali di ‘ndrangheta in Lombardia ammazzato il 14 luglio 2008 a San Vittore Olona perché voleva rendersi autonomo dalla “casa madre” calabrese.

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