Voleva bloccare la città, Marino si ritrova Roma in sciopero. Contro di lui, in piazza il 19 maggio

9 Mag 2014 11:03 - di Guido Liberati

«I lavoratori di Roma Capitale sciopereranno il 19 maggio per protestare contro il taglio del salario e per difendere i servizi ai cittadini». Lo annunciano in una nota Natale Di Cola, Roberto Chierchia e Sandro Bernardini, segretari generali delle federazioni di Roma e Lazio di Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Fpl. «Sulla vicenda del salario accessorio dei dipendenti capitolini, dal sindaco di Roma non abbiamo ricevuto risposte concrete – si legge nel comunicato congiunto – Il tempo dei tentennamenti è finito. Se l’amministrazione e il governo credono di poter rimanere barricati nella loro incapacità di decidere, allora saremo noi a tirarla fuori dai palazzi. E a far capire quali sono le responsabilità che il sindaco Marino per primo ha nei confronti delle 24 mila famiglie dei lavoratori e dei milioni di cittadini che ogni giorno vivono, studiano, lavorano o visitano la Capitale». Spiega Francesco Croce della Uil: «I dipendenti sono indignati perché, mentre il Mef elabora i principali addebiti sulle spese impazzite riguardanti le aziende partecipate e le consulenze della politica, l’amministrazione ha scelto di attaccare l’anello debole, ossia i lavoratori dipendenti, mostrando un’insensibilità inaccettabile».  I dipendenti capitolini, per i sindacati «i veri custodi delle chiavi della città», si dicono «umiliati» ed esigono che la scure dei tagli del sindaco non si abbatta sulle loro teste e sui loro salari accessori. E promettono scioperi e manifestazioni con annesso «blocco della città». Un assaggio lo hanno dato martedì, con l’assedio in piazza del Campidoglio, il traffico del centro di Roma in tilt e gli asili chiusi. Ma sono pronti a rincarare la dose il 19 maggio. Erano in diecimila davanti agli uffici del sindaco, hanno gridato la loro rabbia in un assedio che è stato anche sonoro, con fischietti, urla e cori di «Marino dimettiti». A manifestare erano amministrativi, vigili urbani in divisa, educatrici scolastiche. «Perché dobbiamo pagare noi con i nostri salari? Andassero a tagliare gli stipendi dei manager che prendono un sacco di soldi – sbotta una di loro – Marino non sta mantenendo le promesse fatte. Aveva detto che ci avrebbe valorizzato e invece…». Ad appena un anno dal suo insediamento sulla poltrona di sindaco, anche chi l’ha votato comincia a capire l’errore commesso.

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