Tatuaggi addio, aumentano i “pentiti”: uno su tre dal chirurgo estetico per cancellarne le tracce

24 Mag 2014 19:04 - di Guglielmo Federici

Alé, una buona notizia, almeno per chi scrive. Aumenta «l’esercito dei pentiti del tatuaggio». Chi sono? Lei vuole cancellare il ricordo di un periodo della propria vita alla fine di una relazione. Lui ha bisogno di togliere dalla propria pelle disegni e simboli politici che possono essere un problema per il nuovo lavoro, oppure della ex squadra di calcio dei cuore. Più o meno sono questi gli identikit femminili e maschili dei “pentiti del tatoo”. Un tatuato su tre cambia idea e si presenta negli studi dei medici di medicina estetica per fare “scomparire il passato”. Uno su quattro si è stancato di quel segno sul proprio corpo già dopo il primo anno. Aumentano i pentiti anche tra i vip: Johnny Deep, Jessica Alba, Angelina Jolie sono solo alcune delle star che, per eliminare quelle scritte-d’amore, tracce indelebili simbolo (forse) di amori ormai finiti, sono ricorsi alla medicina estetica. Ultima in ordine di tempo l’attrice Pamela Andersenche ha deciso di rimuovere il bracciale di filo spinato tatuato ai tempi del matrimonio con il cantante Tommy Lee sul braccio. L’ex bagnina ha ammesso di averlo sempre trovato «molto sexy ma ora, con l’età, è diventato un pugno nell’occhio». Il quadro aggiornato su questa richiesta in forte aumento arriva dal 35esimo congresso nazionale della Società Italiana di Medicina Estetica, in corso a Roma. I dati, presentati dal chirurgo plastico Francesco Madonna Terracina, parlano di 20 milioni di persone tatuate in tutto il mondo, in Italia sono un milione mezzo, di cui il 60% uomini concentrati nella fascia fra i 16 e i 36 anni. I laser dei medici vengono utilizzati per cancellare dalla pelle degli uomini soprattutto simboli di fede politica e calcistica. Da quelle delle donne lettere o nomi di un amore finito. La laser terapia viene considerata una delle tecniche più sicure per la rimozione dei tatuaggi. Sotto accusa invece il metodo tedesco Skinial, che impiega una sostanza venduta come cosmetico e che si inietta sotto la pelle, finita nel mirino della Procura di Torino e del Ministero della Salute che ne ha sospeso la circolazione.

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