Sono venuti a mancare (elettoralmente) Monti e Di Pietro. I rispettivi partiti ne danno il triste annuncio

26 Mag 2014 19:42 - di Francesco Signoretta

Non sono stati classificati nella categoria “Altri”, come di solito si fa con i partiti piccoli o estemporanei, solo in memoria del tempo che fu, dalla stagione del «tutti dentro» a quella dell’Uomo della Provvidenza. Sono passati quasi inosservati nei commenti del dopo-voto, tutti a parlare di Grillo asfaltato, di Renzi recordman di voti (e presenze televisive), di Berlusconi salito sul ring elettorale con una mano legata dietro la schiena, della scommessa del quorum. E quei due? I due dell’apocalisse? Spariti, come se i loro partiti non si fossero presentati alle elezioni, come se sulle schede non ci fossero stati i loro simboli. I due sono Mario Monti e Antonio Di Pietro. Uomini forti o dei poteri forti, uomini che erano stati chiamati a rivoluzionare l’Italia, entrambi salvatori della patria, il tintinnìo di manette, la politica lacrime e sangue, mani pulite e banche rinfrescate, i che c’azzecca e gli inchini alla Merkel. Dall’Isola del Giglio alla Germania, le rispettive navi sono affondate negli abissi della politica e i loro capitani stavolta non sono fuggiti su una scialuppa di salvataggio, sono affondati anche loro (tranne Monti che, nonostante la mancanza totale di voti, è stato blindato come senatore a vita in tempi non sospetti). Sono finiti, hanno preso lo zero virgola e nessuno sembra rimpiangerli. Perché – e questa è un’altra lettura che va data ai risultati delle europee – sono finite anche due stagioni, quelle del Terrore giustizialista, una replica raffinata della ghigliottina da rivoluzione francese, e quella del rigore a tutti i costi, dove a essere ghigliottinate erano le famiglie, chiamate a sacrifici immani in nome di un non meglio identificato bene del Paese. Gli elettori hanno dato l’addio a Di Pietro e ai suoi ragionamenti un po’ ossessivi. E hanno spedito all’inferno Monti, uno dei protagonisti del colpo di stato del novembre 2011, tanto gradito alla Merkel. Due uomini diversi, due storie parallele, con il finale comune. Sul grande schermo è comparsa la scritta The End. Non è scesa neppure una lacrima sul vito degli spettatori. In tanti hanno tirato un sospiro di sollievo. Finalmente.

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