Roma, prove tecniche di caos per il concerto dei Rolling Stones: grazie a Marino

17 Mag 2014 14:48 - di Ginevra Sorrentino

Roma, in ostaggio perenne di eventi e manifestazioni, con un’amministrazione comunale che sembra operare quotidianamente in spregio delle necessità e delle possibilità dei suoi cittadini. E quando ancora si è nel centro del mirino delle proteste di piazza di folle e gruppuscoli di dissidenti vari. Dovendo fare fronte alle incomprensibili strategie urbanistiche del sindaco Marino che, tra pedonalizzazioni e chiusure al traffico, hanno congestionato ulteriormente la viabilità, con oltre un mese di anticipo la capitale si prepara ad accogliere al Circo Massimo i Rolling Stones, protagonisti del concertone del 22 giugno. E allora la mappa della circolazione e i criteri di salvaguardia della sicurezza rinnovano gli incubi metropolitani dei romani, rinverdendo frustrazione e malcoltento. In tutto ciò, in una riunione operativa che si è tenuta in Campidoglio è stato approntato il piano della viabilità: la ratificazione ufficiale – anche se temporanea e suscettibile di aggiornamenti fino al giorno prima dell’evento – delle paure dei romani, già messi a dura prova dalla santificazione dei due Papi. Dalle quotidiani rivendicazioni di piazza di tutte le categorie umane e professionali esistenti. E così, salvo controindicazioni, la chiusura delle strade adiacenti al Circo Massimo partirà già il 20 giugno. Blocchi, controlli, divieti e chi più ne ha, più ne metta. E poco importa che – come si affrettano a precisare dal Campidoglio – l’ingombro complessivo del palco sarà ridotto dai 75 metri di larghezza previsti inizialmente a 60. Che saranno cinque in tutto i maxi-schermi, tre montati nella struttura del palco e due esterni: ciò che conta è che, tra allestimenti e prevenzione, l’assetto bellico previsto per l’eccezionale evento spaventa già a distanza, figuriamoci nell’imminenza del concerto.
Così come disorienta non poco un piano di sicurezza straordinario, quello varato al momento, che vede l’impiego massiccio di forze dell’ordine sia verso il Palatino, sia verso i resti archeologici del Circo Massimo (lato Fao), con buona pace degli abitanti della zona e dei quartieri limitrofi, ormai abituati a slalom iperbolici per tornare a casa, o raggiungere il proprio posto di lavoro. Per non parlare dei rischi connessi al maxi-concerto che minano la protezione dei resti monumentali della zona, rischi che già a marzo la Soprintendenza ai Beni archeologici di Roma ha messo nero su bianco. Ma dal Campidoglio tendono ad abbassare i toni e a rassicurare tutti: «Le prescrizioni sono tutte accolte, con un piano sicurezza per i monumenti, una zona particolarmente vigilata», tendono a ribadire da Roma Capitale. Bene: alla salvaguardia dei siti archeologici è stato provveduto (a quanto dicono), ma chi pensa a proteggere la salute fisica e mentale dei poveri romani?

 

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