Renzi e la paura del sorpasso. Palazzo Chigi già mette le mani avanti: faremo finta di niente…

21 Mag 2014 12:00 - di Redattore 54

Il tema del giorno: il sorpasso. Grillo arriverà primo? Renzi resisterà all’assalto? Ovviamente, il fervore con il quale se ne discute non fa che puntare ancora i riflettori sul M5S, il cui leader continua a esagerare, minacciando un processo di un anno, via web, alle “caste” che più gli stanno sulle scatole: giornalisti, politici, industriali. Un vortice dialettico micidiale: più le spara grosse, più i media si occupano di lui. Al punto che solo pochissime voci ormai mettono in guardia dal pericolo: qualcuno si ricorda per cosa si vota domenica? Forse per l’Europa?

Macché. Seguendo una consolidata tradizione italiana, la politica nelle nostre piazze e sui nostri piccoli schermi così come sui social network è più che mai autoreferenziale. Matteo Renzi ha bisogno di aiuto e in pochi si sottraggono. Su Repubblica leggiamo l’intervista tranquillizzante di Emanuele Macaluso: se ci fosse il sorpasso, ma non ci sarà, non accadrà nessun terremoto. ”Per cosa poi – spiega – per un sorpassino in un voto che non è nemmeno quello delle politiche? Non cambiano mica i rapporti parlamentari”. Sul Corriere Maria Teresa Meli spiega ai lettori che Renzi impiegherà gli ultimi giorni di campagna elettorale nell’operazione “Argo”. Missione: riportare a casa gli elettori del Pd che non ci stavano più. E Renzi è stanco ma contento, perché stare tra la gente gli dà vigore e forza e, tra abbracci e baci dei suoi supporter, non sente l’enorme fatica di un presidente del Consiglio che “risolve problemi”: un crescendo di complimenti corredato dal selfie di Matteo con Fedele Confalonieri dopo l’intervista a Pomeriggio 5 (la risposta al selfie di Grillo con Vespa…).

Il sorpasso, dunque. Se si verificasse, il terremoto travolgerebbe anche Napolitano. Dimisisoni? Rinvio del governo alle Camere? Lo sanno tutti che questa è l’ipotesi di cui si discute in queste ore ma tutti lo negano. E da Palazzo Chigi fanno filtrare già l’analisi del voto, se le cose dovessero mettersi male per il Pd: “Non c’è mai stato un collegamento tra elezioni europee e futuro del governo”. Eppure proprio Renzi aveva parlato di “derby”. Domenica si gioca un derby. O io o i grillini. E l’Europa? Gli elettori sentono il tema in modo profondo: l’Europa li tocca da vicino, con i suoi vantaggi (poco visibili) e i suoi svantaggi (parecchio visibili) soprattutto nella fascia a rischio dell’eurozona. Però, siamo costretti a stare dietro alle scalmane di Grillo e alla smania di Renzi di salvaguardarsi una poltrona che ha avuto per un gioco di palazzo e non con libere elezioni. Un altro aspetto, e non di poco conto, dell’anomalia italiana: le campagne elettorali dopate.

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