Micromega: “Berlusconi in galera”. Ma la crociata dei manettari non se la fila nessuno

2 Mag 2014 18:07 - di Francesco Severini

Se ne sentiva la mancanza, in effetti: e così la rivista Micromega ha pensato bene di non deludere i suoi fan (ormai in numero assai esiguo) lanciando un appello contro il nemico numero uno. Si tratta ovviamente di Silvio Berlusconi, l’ “uomo nero” senza il quale la sinistra giustizialista e l’ex popolo viola manettaro non saprebbero davvero dove sbattere la testa. Il bersaglio privilegiato. Il nemico che in fondo li fa esistere, o meglio sopravvivere. Eredi ortodossi del più rigido manicheismo di sinistra, quelli di Micromega chiedono la revoca dell’affidamento in prova ai servizi sociali del leader di Forza Italia che è, sostengono, un “delinquente patentato”. Strenui difensori dei giudici, ora contestano la decisione delle toghe che considerano scomoda. Le deliberazioni della magistratura, dunque, non si discutono solo se i seguaci di Paolo Flores d’Arcais sono d’accordo. Se non è così, quegli stessi magistrati che fino a ieri erano “compagni resistenti” diventano colpevoli di indecenza. Proprio così. Perché per Micromega “la libertà di Berlusconi è un’indecenza”. Nella loro canonica fissazione anti-Silvio non arrivano neanche a capire che se Berlusconi venisse rinchiuso sfrutterebbe a proprio vantaggio una simile misura aggiungendo altri consensi a quelli di cui già dispone. Il fanatismo non è mai un buon suggeritore di strategie politiche…

E l’appello di Micromega (già duemila firme raccolte, che non sono proprio un plebiscito) cade infatti nel vuoto. A sinistra nessuno lo raccoglie. Neanche le testate storicamente avversarie del Cavaliere. Le battute di Piero Pelù risultano più incisive delle crociate di Flores d’Arcais. Motivo: il vento renziano soffia potente nelle redazioni progressiste. E Micromega, se da una parte ce l’ha con Berlsuconi, non ha risparmiato attacchi al premier fiorentino in nome della sacralità della Costituzione intoccabile. Renzi, è l’accusa, è il Blair italiano, infatti a cena con il consulente della JPMorgan decide a tavolino come liquidare la Costituzione antifascista… Di là un “delinquente patentato”, di qua un premier complice dei banchieri. La sinistra complottista senza fantasmi da cui sentirsi perseguitata non sa davvero vivere…

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