«Mi dimetto dal movimento, i gay preferiscono sfilare in perizoma anziché fare politica»

23 Mag 2014 19:23 - di Guglielmo Federici

Un applauso a Sandro Mangano: «Mi dimetto da presidente nazionale di GayLib», ha detto, «perché sono deluso dal menefreghismo del mondo omosessuale, che tanto farnetica dei suoi diritti ma al momento di scendere in piazza e guardare negli occhi la politica, preferisce andare in discoteca o sfilare in perizoma». Con queste parole  Mangano, presidente nazionale dei gay di centrodestra, ha ufficializzato le sue dimissioni dal movimento fondato da Enrico Oliari. «Ho meditato a lungo – dice Mangano – prima di chiudere un percorso politico che mi ha visto in prima linea contro le ingiustizie, le discriminazioni, le disparità patite quotidianamente dal mondo omosessuale, ma la mia scelta è frutto del lassismo e dell’ipocrisia che regna innanzitutto all’interno del mondo gay». Tutti bravi negli esibizionismi, nelle parate in costumi improbabili, nelle sfilate dei Gay Pride, nello spillare soldi ai comuni per inutili Expò  sul turismo gay. Ma la politica sui diritti si combatte con altre armi, quelle dell politica e non della carnevalizzaione. «Non è possibile – aggiunge – guidare un esercito di persone che si dissolvono al vento quando invece dovrebbero combattere per i diritti civili». «Eccezion fatta per Giancarlo Galan, la cui proposta di legge sulle unioni omoaffettive e il suo impegno non possono essere che apprezzati – continua Mangano – dove sono tutti quelli che si sono riempiti la bocca, da destra a sinistra, con slogan egualitari, sfumati al primo soffio di vento?. È il momento di farci un esame di coscienza e capire se quella dei diritti omosessuali è una battaglia che veramente in Italia si vuole combattere». Ma questo, tiene a precisare, non significa allontanarsi dai problemi: «Dal canto mio continuerò ad impegnarmi nel mio piccolo, stavolta privatamente, come ho sempre fatto in questi anni, aprendo la mia casa a fratelli maltrattati, picchiati dai genitori che non li accettavano. Ascoltando la disperazione che regna intorno a me».

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