Le innocenti “amnesie” della Boschi sull’arrivo dei bambini dal Congo…

30 Mag 2014 10:02 - di Luca Maurelli

Ci può stare che nella melassa mediatica seguita al trionfo elettorale di Renzi, anche la vicenda dell’arrivo dei bambini congolesi venga raccontata con la retorica di una favola di Walt Disney, dove la fatina dagli occhi azzurri (Maria Elena Boschi) accoglie le creature innocenti a bordo di una carrozza trainata da cavalli bianchi (l’aereo di Stato pagato dalla presidenza del Consiglio), dopo che il Principe azzurro (Matteo Renzi) ha intimato all’Uomo nero (il premier congolese) di lasciarli andare. Minacciando – magari – di spedirgli a trattare la simpaticissima connazionale Kyenge.

Tutto si può raccontare con i toni del cartoon e non c’è nulla di male, se non si tradisce la verità di fondo di una bella vicenda comunque a lieto fine. L’epilogo e quelle immagini dell’arrivo a Ciampino hanno commosso tutti e rappresentano un bel momento di solidarietà e integrazione in una fase storica di divisioni e veleni sui temi dell’immigrazione e della multietnicità culturale. Ma quando la “fatina” risponde alle critiche sulla “passerella mediatica” – polemiche seguite all’accoglienza con telecamere e fotografi spianati – con una versione dei fatti inverosimile, allora la questione si fa politicamente un po’ più delicata.

«I bambini potevano arrivare dal Congo nei giorni scorsi, abbiamo preferito non accadesse prima delle elezioni», ha detto ieri Maria Elena Boschi a Ottoemezzo, dalla Gruber. Peccato che a smentirla siano proprio i comunicati ufficiali di Palazzo Chigi pubblicati sulle pagine della Commissione Adozioni Internazionali. Vediamo la sequenza:

23 aprile: “Questo pomeriggio il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, ha avuto un colloquio telefonico con Kabila, Presidente della Repubblica Democratica del Congo. La Commissione esprime grande soddisfazione, con l’augurio che tutto si possa risolvere al più presto come auspicato dal Presidente Renzi e raccomanda grande prudenza alle famiglie e agli Enti”.

26 maggio, il giorno dopo il voto: “Oggi alle 12.30 ora locale (13.30 italiane) le Autorità congolesi hanno convocato gli ambasciatori di Italia, Francia, Belgio, USA e Canada per annunciare che a seguito delle verifiche effettuate sui singoli dossier e avendone riscontrata la regolarità avrebbero concesso ai bambini congolesi adottati di lasciare il paese per ricongiungersi finalmente con i loro genitori”. Nel pomeriggio dello stesso giorno, Renzi annuncia di aver dato il via libera a un aereo per riportare i bambini adottati e bloccati lì da mesi, con a bordo Maria Elena Boschi.

28 maggio: “Benvenuti a casa! Più attenzione alle adozioni internazionali. Con questo messaggio il Presidente Renzi ha salutato l’arrivo in Italia dei 31 bambini attesi all’aeroporto di Ciampino con un volo di stato dalle loro famiglie adottive”, è la nota ufficiale.

Dunque, tutto si sblocca il giorno dopo le elezioni, non prima. La ministra per le Riforme può dunque sostenere qualsiasi cosa ma non che il 26 maggio le autorità congolese avessero annunciato la risoluzione della vicenda a tutti i paesi coinvolti, con l’eccezione dell’Italia, che invece – secondo quanto lei afferma – aveva la possibilità di riprendersi i bambini “anche prima delle elezioni”. A meno che alla fatina non sia concesso di smentire perfino le fonti ufficiali della presidenza del Consiglio con le sue innocenti ma inutili amnesie…

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