La Corte costituzionale di Bangkok rimuove la premier Thaksin Shinawatra per abuso di potere

7 Mag 2014 13:52 - di Redazione

È almeno dal novembre 2013 che la Thailandia vive gli scossoni di una crisi politica, che ora è culminata nella destituzione della premier Yingluck Shinawatra, rimossa per decisione della Corte costituzionale di Bangkok, che l’ha giudicata colpevole di abuso di potere in relazione al trasferimento di un alto funzionario, poco dopo essere stata eletta nel 2011. Era stata nominata primo ministro ad interim dopo le elezioni anticipate del febbraio 2011, poi annullate e indette una seconda volta cinque mesi dopo. La sua sedia aveva in realtà cominciato a vacillare dal momento in cui, già a fine 2013, migliaia di manifestanti sono scesi in piazza, invadendo le strade di Bangkok contro il governo e, in particolare, contro una legge di amnistia proposta dall’esecutivo – e poi bocciata al senato – che avrebbe consentito a Thaksin Shinawatra, l’ex premier, fratello del primo ministro ora destituito, di ovviare alla condanna all’esilio comminatagli nel 2008 per corruzione. Di più: i manifestanti hanno sempre rimproverato alla ex premier di tutelare gli interessi e di portare avanti l’esempio di malgoverno del fratello. Fino ad ora, quando la decisione di rimuoverla dal suo incarico è stata annunciata dai giudici della Corte costituzionale.

Il governo di Yingluck – terzo premier dello stesso colore politico rimosso dai magistrati dal 2008 – potrà però rimanere in carica fino alla formazione di un nuovo esecutivo, ad eccezione dei ministri coinvolti (la maggior parte) nel trasferimento «incostituzionale» dell’ex capo del Consiglio di sicurezza nazionale, Thawil Pliensri. Il governo era già considerato «ad interim», dal momento in cui il Parlamento fu sciolto dalla stessa Yingluck in dicembre, per andare a nuove elezioni il 2 febbraio. Quel voto, boicottato dall’opposizione e avvenuto in un contesto di pesante ostruzionismo da parte di una protesta anti-governativa ancora in piazza, è stato in seguito invalidato dalla Corte costituzionale, lasciando Yingluck in sostanza a capo di un governo con scarsi poteri. Al momento, quindi, l’unico dato politico certo è che nuove elezioni sono previste per luglio, forse il 20 del mese, anche se la data non è stata ancora ufficializzata.

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