Immigrazione, Alfano insiste: rafforziamo Frontex e spostiamo la sede in Italia

28 Mag 2014 14:26 - di Redazione

In questi primi cinque mesi del 2014 sono sbarcati 39.538 migranti sulle coste italiane. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, in audizione al Comitato Schengen. Lo scorso anno gli arrivi complessivi hanno toccato quota 43 mila, un numero che sarà presto superato quando ancora deve finire il primo semestre del 2014. «Sulla stima degli arrivi nel 2014 – ha spiegato Alfano – bisogna attenersi alla prudenza, ma la pressione migratoria è molto alta ed il trend in crescita». La maggior parte dei migranti che arrivano – ha ricordato il ministro – «chiedono protezione e quindi c’è l’obbligo di accoglierli, ma questo obbligo è dell’Europa non del singolo Paese». Alfano ha quindi ribadito la necessità di rafforzare Frontex e di spostare in Italia la sede. Sarà – ha osservato – «uno dei temi del nostro semestre di presidenza europea, ci batteremo con forza». Alfano ha poi riferito che i posti dello Sprar (Sistema di accoglienza per richiedenti asilo) sono arrivati a quota 12 mila e tra breve aumenteranno a 20 mila. C’è – ha aggiunto – «un piano nazionale di distribuzione dei migranti con la condivisione di Regioni, Province e Comuni». Quanto agli stranieri che abbandonano i centri, per il titolare del Viminale «è improprio parlare di fughe. Si tratta di allontanamenti spontanei dettate dall’esigenza dei migranti di spostarsi in Paesi diversi dal nostro». Alfano ha infine rinnovato l’invito alla Comunità internazionale «a montare le tende in Africa e fare lì l’accoglienza primaria per queste persone».
Quanto all’immigrazione cinese «da parte del governo – ha assicurato il ministro – c’è massima attenzione alla realtà pratese, in cui gli stranieri rappresentano il 17% della popolazione e 26 mila su 40 mila regolari sono cinesi». Alfano ha ricordato che a Prato ci sono 4.400 aziende a conduzione cinese (il 37% del totale): «Bisogna intervenire in modo deciso contro la concorrenza sleale alle imprese che invece sono in regola. A questo proposito c’è un’intensa attività ispettiva: negli ultimi cinque anni sono stati svolti più di 1.400 controlli ad immobili, 1.200 verifiche su ditte, ci sono stati oltre 600 sequestri e 1.600 sanzioni amministrative».

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