“Gli Spettri” di Ibsen a Roma dal 22 maggio. Le ombre del passato contro la morale borghese

19 Mag 2014 13:52 - di Gloria Sabatini

Al Teatro Duse di Roma ( via Crema 8) il 22 maggio debutta Spettri, dramma in tre atti del drammaturgo norvegese Henrik Ibsen, scritto nel 1881. Commedia sociale o “dramma borghese”, rappresenta le ombre del passato che assalgono la vita di ciascuno. Lo spettacolo che resterà in cartellone fino al 1 giugno rappresenta, in una messa in scena essenziale e dai toni sommessi, il dramma di una donna che durante la giovinezza non ha saputo ribellarsi alla menzogna.Hélen si è sposata senza passione tenendo nascosta agli occhi degli altri la corruzione del marito e nella maturità, il peccato di non aver abbracciato a suo tempo la verità. Nell’etica di Ibsen chi non si batte per la verità contro l’ipocrisia è destinato a cadere preda di un destino inarrestabile che  lo colpisce insieme ai suoi familiari. Il regista Sandro Torella, impegnato in una nuova e inedita chiave di lettura del testo, ha puntato sulla forza delle emozioni catapultando lo spettatore nella cruda realtà della famiglia Alving.  Gli spettri sono quanto mai attuali nel mondo contemporaneo: dalla corruzione della società all’inconsistenza del matrimonio, ma è il dominio della morale il fantasma più pericoloso. I personaggi sono tutti alla ricerca di una passione per cui valga la pena vivere e lottano per sconfiggere lo spettro più resistente: sé stessi. Realtà e finzione, mistero e verità, sentimento e passione, sono gli elementi fondamentali di questo dramma che il regista ha voluto mettere in scena unendo due generazioni di attori che danno voce e corpo al tormento dei protagonisti: la straordinaaria ed eclettica Anna Mazzantini nella parte di Hélen Alving, Aldo Rizzuti il pastore Manders, Sara Lavinia Martino la giovane domestica Regine Engstrand, Mauro Torella è Osvald Alving. Con la straordinaria partecipazione di Massimo Mirani, attore caratterista di cinema e teatro nel ruolo del falegname Engstrand.

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