Euroscettici in difficoltà per formare un gruppo a Strasburgo: al via le consultazioni tra Fn e Lega

27 Mag 2014 11:04 - di Ginevra Sorrentino

Un dato è certo: gli euroscettici hanno sparigliato le carte sul tavolo di Strasburgo e ora non sarà facile comporre il mazzo delle coalizioni in nome di una federazione comunitaria coesa e omogenea. Il responso delle urne ha segnato il punto di partenza di un percorso al via, il cui traguardo finale è fissato per fine anno, quando sono previsti il rinnovo dei vertici delle principali istituzioni europee e il tentativo di imprimere una svolta alla politica economica – ci si augura – in favore della crescita. Intanto la tabella di marcia prevede in calendario la conferenza dei presidenti dei gruppi parlamentari europei e la riunione dei leader Ue incentrata sui risultati delle elezioni e sulla ambìta – e discussa – presidenza di Commissione per il dopo Barroso, che al momento sembra giocarsi sul braccio di ferro tra Jean-Claude Juncker e Martin Shulz. E non solo: l’agenda “europea” fissa nelle stesse ore anche l’incontro “di lavoro” tra il segretario del Carroccio Matteo Salvini e la leader del Front National, Marine Le Pen, e i rappresentanti degli altri partiti euroscettici del Vecchio Continente. All’ordine del giorno i termini di un’alleanza importante, alternativa ai socialisti e ai democristiani. Dunque, si tratta di serrare i ranghi e fissare i termini necessari per bypassare le reciproche insofferenze tra le varie forze euroscettiche in campo che sono: la Lega Nord, i francesi del Fn, il Fpo, il partito conservatore austriaco, il Pvv olandese di Geert Wilders, i Democratici svedesi, il Vlaams belang, il partito di destra sociale e identitaria della comunità fiamminga del Belgio.
Decretato il verdetto delle urne, e chiariti gli schieramenti, il primo nodo da sciogliere è decisamente procedurale e numerico: per formare un nuovo gruppo in parlamento occorrono 25 deputati provenienti da almeno sette nazioni. Ora, sulla porzione dei politici in campo non ci sono difficoltà: basti pensare che la sola Marine Le Pen può contare su 24 eurodeputati a Strasburgo, da schierare sullo scacchiere parlamentare insieme ai 5 della Lega di Salvini. Resta da risolvere l’incognita x del settimo Stato mancante: quello che deve fare i conti con la variabile dell’insofferenza partitica che può mandare all’aria conti e coalizioni. L’incontro tra il segretario del Carroccio e la leader del Front National, allora, affronterà proprio questo problema: sperando che risoluzione e calcolo facciano quadrare i conti.

 

 

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