Diecimila dipendenti del Campidoglio contro il taglio degli stipendi: Marino offende Roma, deve andarsene

6 Mag 2014 13:15 - di Gloria Sabatini

Piazza del Campidoglio invasa da oltre diecimila dipendenti comunali infuriati contro il sindaco Marino per il taglio del salario accessorio dalle buste paga. Traffico paralizzato fino a piazza Venezia, viabilità in tilt per l’assenza dei vigili urbani che aderiscono alla protesta, molte le zone della Capitale con le auto incolonnate a passo d’uomo, macchine, autobus e taxi impantanati nel traffico vicino all’Altare della Patria. «Bloccateli tutti, dobbiamo farci vedere e sentire» grida Antonella, un’insegnante della scuola materna. Un gruppo di lavoratori del Municipio III ha simbolicamente “occupato” un autobus della linea 110 Open. A scendere in piazza tutte le sigle sindacali in rappresentanza degli oltre 24mila dipendenti messi in ginocchio dal taglio degli stipendi. Amministrativi, vigili urbani in divisa, educatrici scolastiche pronti a tutto hanno “assediato” il Campidoglio e sfilato sotto la statua di Marc’Aurelio con fischietti e slogan. In tanti sono saliti sulla scalinata di Palazzo Senatorio da dove hanno srotolato enormi striscioni colorati: “Marino dimettiti”, “Dignità per i capitolini”, “Tagli ai dipendenti soldi ai consulenti?”, “Non pagheremo il vostro debito con i nostri stipendi”, “40 anni per fare gli asili nido 1 anno con Marino per distruggerli”. C’è anche chi, come alcuni vigili del  Sulp, indossa delle t-shirt con su scritto “Grazie a Marino farò… il giocoliere al semaforo” o ancora “Grazie a Marino farò…il venditore di ombrelli”.
Pomo della discordia la relazione del ministero del Tesoro che ha fatto le pulci al bilancio di Roma Capitale e tra le decine di osservazioni ha anche giudicato illegittimi i salari accessori se non condizionati al raggiungimento di un obiettivo. Alle obiezioni del Mef il sindaco “straniero” ha risposto senza battere ciglio con la pesante sforbiciata sugli stipendi dei povericristi (che perderebbero dai 200 ai 300 euro al mese) senza toccare le spese folli sulle consulenze, lo staff, l’avvocatura generale e la ragioneria. «Questa piazza – spiegano i rappresentanti sindacali – rappresenta tutta l’indignazione verso le politiche scellerate di Marino sul personale. Invece di attaccare gli sprechi, colpisce i più deboli che però mandano avanti la città. Quest’amministrazione offende Roma, le divise, le scuole, i municipi, le assistenti sociali. Noi le mani in tasca non ce le faremo mettere da nessuno». In piazza anche Fabrizio Ghera, ex assessore della Giunta Alemanno, e Andrea De Priamo di Fratelli d’Italia, i primi a denunciare l’ultima follia di Marino e solidarizzare con i dipendenti: «Siamo qui a protestare perché di quattrocento pagine di relazione del Ministero dell’Economia e delle Finanze l’amministrazione capitolina, in particolare il vicesindaco Nieri, ha iniziato a tagliare dal settore più debole, mentre nulla viene tolto alle figure dirigenziali – spiega Ghera – il Comune se la prende con chi ha stipendi da mille euro al mese e che senza il salario accessorio non riuscirebbe più a mantenere un livello dignitoso di vita».
La rabbia è alle stelle e da giorni l’esercito dei dipendenti capitolini prepara la mobilitazione minacciando scioperi con il rischio di mandare in tilt la macchina comunale già bloccata dall’insipienza del primo cittadino, sfibrato dalla sua stessa maggioranza e malsopportato dal Pd capitolino. Chiedono che Marino faccia macchina indietro: se mercoledì, prima dell’inizio del tavolo con il sindaco, verrà confermato il taglio dei salari, ci saranno la rottura immediata e la proclamazione delle sciopero. L’Ospol, il sindacato delle forze di polizia di Roma Capitale, è pronto a bloccare la città con l’autoconsegna delle divise. Beffa delle beffe anche il Pd, primo partito di maggioranza, è al fianco dei lavoratori. Il capogruppo del Pd, Francesco D’Ausilio, smentisce se stesso: sono in piazza del Campidoglio per testimoniare il mio sostegno contro il taglio del salario accessorio. Il segretario romano Lionello Cosentino va giù ancora duro: «Hanno vinto un concorso e non sono gli amici degli amici di nessuno: chi sta qua non si farà ricattare dalla politica». Per tutta risposta il sindacaco “marziano” chiede ai sindacati di non perdere tempo e «lavorare con il Comune». Ma dove vive?

 

 

 

 

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