Dall’India una nuova storia di orrore: bambini stuprati e torturati in un centro di assistenza

30 Mag 2014 19:21 - di Redazione

Dopo il caso delle due ragazzine “dalit”, senza casta, violentate, uccise e impiccate a un albero, dall’India arrivano nuove storie di abominevole violenza sui più deboli. Ancora una volta le vittime sono minori appartenenti agli strati più poveri della popolazione. Un caso è quello di una ragazzina di 14 anni violentata per tre mesi, nello Stato centrale di Madhya Pradesh, da un uomo che era aiutato dalla moglie.

Le sevizie si sono interrotte solo perché la ragazza è rimasta incinta e, pressata dalle domande della famiglia, ha raccontato la storia, che prima aveva taciuto per le minacce dell’uomo. Ancora più orribili, poi, sono gli abusi e le torture subiti dai bambini ospitati in un centro di assistenza, senza licenza, nello Stato indiano di Maharashtra. I due responsabili sono stati arrestati quando la polizia ha scoperto che i piccoli ospiti, di età compresa tra i 4 e i 15 anni, erano obbligati a pratiche sessuali fra di loro e con adulti, che veniva anche filmate. Se si rifiutavano erano torturati e costretti a mangiare feci, se vomitavano dovevano mangiare anche il vomito. Gli arrestati sono il presidente del Chandraprabha Charitable Trust, Ajit Dabholkar, e la manager della falsa Ong, Lalita Tonde. La vicenda, che durava da molto tempo nel centro nel villaggio di Takve, a 60 chilometri da Mumbai, è venuta alla luce quando uno dei bambini, tornato a casa per le vacanze estive, ha descritto alla mamma i patimenti cui era sottoposto quotidianamente. Il lavoro investigativo della polizia, complesso perché i 32 ospiti sono attualmente rientrati a vivere con le famiglie, ha permesso di verificare che almeno cinque ragazzini fra gli undici e i 15 anni sono stati sessualmente abusati. Ma la “casa degli orrori” di Karjat potrebbe avere ora ulteriori, terribili risvolti, perché nel corso delle indagini è emerso che cinque anni fa il marito della manager, Lalita Tonde, scomparve per essere poi ritrovato morto «per cause accidentali». Due anni fa, inoltre, un ragazzo di nove anni, Urshan S.Tonde, anche lui parente della donna, fu trovato impiccato in una stanza del centro di accoglienza. Queste morti, ha detto Baban Patil, leader del movimento Shiv Sena, vicino al Bjp di Modi, «debbono essere indagate a fondo perché potrebbero essere collegate, soprattutto la seconda, con gli abusi contro i bambini».

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *