Vietato il pellegrinaggio alla Madonna di Pompei. In rivolta i fedeli legati ai Francescani dell’Immacolata, l’Ordine commissariato dal 2013

25 Apr 2014 18:49 - di Gabriele Alberti

Si può arrivare a vietare il pellegrinaggio in uno dei santuari più venerati e amati? Una bizzarra vicenda ha determinato il divieto di riunirsi a pregare nel Santuario della Madonna di Pompei per centinaia di fedeli del Napoletano legati ai Frati Francescani dell’Immacolata, Ordine religioso commissariato dalla Santa Sede dal luglio 2013. La decisione del vescovo di Pompei, mons. Tommaso Caputo, è stata comunicata ai responsabili della Mim (Missione dell’Immacolata Mediatrice), associazione di laici legati ai Ffi, dal Rettore del Santuario, Mons. Salvatore Acampora. I fedeli sono in rivolta. Ma è la conseguenza – affermano – di un intervento del commissario apostolico dei Ffi, Padre Fidenzio Volpi». Il divieto sta provocando reazioni vivaci tra coloro che sono legati ai Francescani dell’ Immacolata nel Napoletano, e tra i devoti della Madonna di Pompei, che si preparavano a recarsi al Santuario con pullman organizzati o individualmente. Il programma della giornata prevedeva, oltre alla Messa, la recita del Rosario, canti mariani e la distribuzione della medaglia miracolosa della Madonna di Pompei. «Sono tutte pratiche approvate dalla Chiesa – osserva uno degli organizzatori, il prof. Claudio Circelli, di Napoli – che si svolgevano regolarmente da 10 anni». «Alla nostra richiesta di spiegazioni siamo stati ricontattati il giorno dopo dal Rettore che, molto garbatamente ci ha fatto presente che il Santuario di Pompei è di diritto pontificio e dunque il Vescovo «non avrebbe potuto non tenere conto di una comunicazione ricevuta dal Commissario dei Francescani dell’ Immacolata, Padre Fidenzio Volpi». Il Commissario ha sospeso dal 27 novembre 2013, le attività di tutti i Cenacoli Mim. Laici legati ai Francescani dell’Immacolata e devoti della Madonna di Pompei definiscono «un atto di prepotenza del Commissario» il divieto di pellegrinaggio e stanno valutando un ricorso a norma del diritto canonico.  I precedenti, per sommi capi, sono questi. All’inizio del 2012 cinque frati hanno denunciato una “deriva cripto-lefevriana e sicuramente tradizionalista” della loro Congregazione. L’indagine vaticana ha portato al decreto dell’11 luglio 2013, ossia al commissariamento dell’Ordine. Le ultime righe del decreto dicono: “Il Santo Padre Francesco ha disposto che ogni religioso della congregazione dei Frati Francescani dell’Immacolata è tenuto a celebrare la liturgia secondo il rito ordinario e che, eventualmente, l’uso della forma straordinaria (Vetus Ordo) dovrà essere esplicitamente autorizzato dalle competenti autorità, per ogni religioso e/o comunità che ne farà richiesta». Non vogliamo addentrarci nelle delicate questioni degli Ordini religiosi, ma certo la vicenda non  lascia indifferenti e suscita qualche riflessione, se per caso la misura non sia stata applicata in senso troppo restrittivo, trattandosi di un momento di preghiera in un in un santuario a cui il mondo dei fedeli riserva un posto speciale da sempre.

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