Sicilia invasa. L’allarme Onu: «Da un anno all’altro gli sbarchi sono decuplicati»

11 Apr 2014 17:25 - di Guido Liberati

Scegliete una città tra Gaeta e Todi, tra Palestrina e Gallipoli, tra Feltre e Orvieto. Potete optare anche tra Vico Equense e Pontassieve, tra Acqui Terme e Casal di Principe o tra Agropoli e Follonica. Scelto? Immaginate ora che tutti insieme, ma proprio tutti gli abitanti, inclusi neonati e pensionati, badanti e maestre, sindaco e assessori, vescovo e parroci, ladri e poliziotti, squadra di calcio con tutti i suoi tifosi, si trasferiscano di punto in bianco tutti, ma proprio tutti, in Sicilia. Ecco, da ottobre a oggi, è successa una cosa del genere, ma passata sotto silenzio. Infatti ventimila persone si sono trasferite, ventimila proprio come il numero di abitanti dei Comuni sopra elencati, dall’Africa sulle coste siciliane. Un esodo, anzi, una vera e propria invasione di migranti alla quale ormai i sindaci dell’Isola non sanno più come porre rimedio. E nonostante i proclami demagogici della sinistra italiana, con il bel tempo la situazione peggiora di giorno in giorno. L’Onu stima che, solo negli ultimi quattro giorni, la Marina militare italiana ha soccorso altre seimila persone (pari a tutti gli abitanti di Camogli o dell’isola di Ponza) davanti alle coste della Calabria e della Sicilia, a bordo di oltre 40 imbarcazioni di fortuna. Dati ufficiali diffusi a Ginevra dalla portavoce dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr), Melissa Fleming. I migranti sono stati sbarcati nei porti di Augusta, Catania, Porto Empedocle, Messina e Pozzallo in Sicilia e Roccella Jonica in Calabria. Nell’intero 2013, erano sbarcate circa 43mila persone. In quattro giorni è arrivato un settimo di quanto è arrivato nell’intero anno passato.

Tra le persone soccorse figurano molte donne e bambini, inclusi neonati e minorenni non accompagnati. I migranti erano partiti da Zwara, in Libia e molti sono fuggiti da situazioni di violenza, conflitto e persecuzione, ha detto Fleming. I principali Paesi di origine includono infatti Siria, Eritrea, Somalia, Nigeria, Gambia, Mali e Senegal, ha detto, sottolineando che il Mediterraneo è tra i mari più trafficati nel mondo, ma anche una «pericolosa frontiera di mare per molti richiedenti asilo che cercano salvezza in Europa». Da quando il governo italiano ha avviato l’operazione Mare Nostrum, in risposta ai tragici naufragi avvenuti nell’ottobre 2013, quando hanno perso la vita oltre 600 persone, oltre 20mila persone sono state tratte in salvo. Il totale delle persone giunte in Italia via mare finora quest’anno, ha detto la portavoce, è di circa 18 mila, pari a dieci volte il numero registrato l’anno scorso nello stesso periodo. Un esodo di massa che assomiglia sempre di più a un’invasione.

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