Scurria: «Contro la sudditanza alla Merkel il solo voto utile è a Fratelli d’Italia»

19 Apr 2014 12:56 - di Romana Fabiani

In Europa a testa alta, come recita lo slogan elettorale. Marco Scurria, europarlamentare uscente di Fratelli d’Italia-An, è candidato al numero due dopo Giorgia Meloni nella circoscrizione dell’Italia centrale. Un passato nel Msi e in An, protagonista della svolta del Fronte della Gioventù degli anni ’80, ha all’attivo il 90 per cento di presenze a Bruxelles, quasi 200mila chilometri macinati sul collegio e oltre 90 dossier “lavorati”, una media di gran lunga superiore ai suoi colleghi italiani. Vento in poppa nei sondaggi, che fotografano una crescita costante, è convinto che il tetto del 4 per cento verrà superato e che gli italiani premieranno l’impegno a difesa della sovranità nazionale contro la “dittatura” tedesca la supremazia della grande finanza internazionale.

Ha fatto molto clamore l’uscita di Fratelli d’Italia dal Ppe…

Dalla prossima legislatura i suoi eurodeputati non siederanno più tra i banchi del Ppe. La famiglia popolare ha tradito i suoi valori fondanti, avallando le politiche di austerità volute dalla Merkel e imponendo alle nazioni dell’Europa del sud una gabbia di regole folli che ne hanno aggravato la recessione. In questo quadro l’Euro è diventato uno strumento di supremazia delle nazioni più ricche ai danni di quelle più indebitate. Per questo, con buona pace del presidente Daul, abbiamo deciso di non fare più parte del Ppe e di guardare con attenzione a quei movimenti eurocritici che si battono per un’Europa rispettosa delle sovranità nazionali.

Quali sono le parole chiavi del suo programma elettorale?

Innanzitutto la revisione del fiscal compact, che costringe l’Italia a un finanziamento di 50 miliardi di euro per i prossimi vent’anni, che significa mettere in ginocchio la nostra economia con sacrifici lacrime e sangue per le famiglie e per le imprese. Poi imporre il concetto di reciprocità nei confronti dei Paesi fuori dall’Ue: mentre l’Italia è sottoposta a mille vincoli, le cosiddette economie emergenti, Asia e Cina, invadono i nostri mercati con una concorrenza sleale. Occorre prevedere imposte di solidarietà alle merci che provengono dai Paesi che non rispettano le regole. E ancora la difesa del made in, il sostegno alla natalità e alla famiglia, il no all’immunità per chi delinque, italiano o immigrato clandestino che sia, il no alla droga libera. Ma anche un utilizzo migliore dei fondi europei che continuano a tornare a Bruxelles inutilizzati per colpa della burocrazia italiana e della mancanza di progettualità.

La critica alla moneta unica è una priorità?

È un punto dirimente: dobbiamo ridisegnare la presenza italiana in questa Unione europea, partendo dalla rivendicazione della sovranità monetaria, primo passo per quella politica, per superare la sudditanza alla Germania: è la nostra stella polare, non a caso alle primarie delle idee che abbiamo celebrato in tutta Italia il no all’euro è stato un plebiscito. Noi non abbiamo una moneta unica, abbiamo adottato il marco tedesco cambiandogli nome.

Della revisione dei trattati europei avete fatto un cavallo di battaglia…

Non è un capriccio ma una richiesta che viene dal basso e dal buon senso. Penso in particolare al tema scottante dell’immigrazione clandestina: l’Italia, che per la posizione geografica delle sue coste soffre in modo particolare, è di fatto lasciata sola da parte dell’Unione europea che prevede che sia il Paese dove sbarcano gli immigrati a farsene carico. Questa Europa egoista, tecnocratica, burocratica non può essere il futuro, vogliamo costruirne una diversa, fatta di nazioni libere e sovrane.

Perché il voto a Fratelli d’Italia-An è l’unico voto utile?

È l’unica scelta a difesa dell’Italia perché tutti i partiti del centrodestra sono nel Ppe, che ha smarrito l’anima popolare per seguire i diktat della signora Merkel, mentre i socialisti hanno come candidato alla presidenza della Commissione europea Martin Schulz, che notoriamente non è un amico dell’Italia. Quanto alla diaspora del centrodestra seguita al fallimento del Pdl, ognuno è libero di fare le proprie scelte. Ma i risultati sono sotto gli occhi di tutti: chi oggi sta con Alfano sorregge un governo di sinistra e approva programmi di sinistra, basti pensare all’abolizione del reato di immigrazione clandestina, alla svendita della Banca d’Italia ai privati, alla depenalizzazione della coltivazione di marijuana approvata con la complicità di Forza Italia (che dovrebbe essere il primo partito di centrodestra). Su questo terreno FdI-An non farà sconti, dimostrandosi l’unica formazione realmente di centrodestra nel panorama politico. È bene che gli elettori lo sappiano: alle prossime elezioni europee votare per il Nuovo Centrodestra o per Forza Italia equivale a dare ossigeno al governo di Renzi, che va dalla Merkel in cerca di pacche sulle spalle, insomma scegliere la sudditanza a Berlino. Un voto a FdI-An, invece, è un voto dato a chi vuol fare gli interessi del nostro popolo e non dei tedeschi. Dunque è l’unico, vero, voto utile all’Italia.

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