Poltronissime, tre donne ai vertici delle aziende di Stato. Moretti “premiato”: da Ferrovie a Finmeccanica

14 Apr 2014 21:19 - di Redazione

Tre presidenti donna; Claudio Descalzi e Francesco Starace promossi ad di Eni ed Enel; Mauro Moretti che trasloca dalle Ferrovie a Finmeccanica, dove viene confermato Gianni De Gennaro; Francesco Caio numero uno operativo di Poste. Ecco la “rivoluzione”, si fa per dire, del premier Renzi nel valzer delle poltrone per le aziende di Stato. Le quote rosa arrivano anche settore delle partecipate a giustificare la solita abbuffata di nomine politiche, con figure più o meno abbondantemente note.Le tre donne sono Luisa Todini, attualmente nel cda della Rai, destinata alla presidenza di Poste; l’ex presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, che va alla presidenza dell’Eni; Patrizia Grieco, che da presidente esecutivo di Olivetti, passa alla presidenza di Enel; Gianni De Gennaro, invece, è  l’unico confermato dei vecchi presidenti e mantiene la guida di Finmeccanica. A Terna, il presidente è Catia Bastioli, mentre per l’amministratore delegato serve ancora un giorno di riflessione. Moretti, l’ex Cgil per anni alle Fs, protagonista di una infelice battuta sul proprio, lautissimo stipendio – “Se me lo abbassano vado all’estero”, disse – è stato premiato con la nomina a Finemccanica, la più importante azienda pubblica italiana.

Per quanto riguarda gli emolumenti previsti per i nuovi Presidenti di Enel, Eni, Finmeccanica e Poste Italiane, si proporrà comunque all’assemblea delle società che il compenso annuo sia fissato nella cifra di 238mila euro annui lordi. «Sono particolarmente soddisfatto per la forte presenza femminile, segno di un protagonismo che chiedeva da troppo tempo un pieno riconoscimento anche da parte del settore pubblico, in linea, anzi all’avanguardia, rispetto alle migliori esperienze europee ed internazionali», ha detto il premier Matteo Renzi dopo l’annuncio delle nomine. «Il tetto fissato per le indennità dei Presidenti delle società, che passano in alcuni casi da cifre a molti zeri a 238mila euro annui lordi, costituisce una novità che speriamo si imponga come una best practice per tutta la pubblica amministrazione e il segnale di una ritrovata sobrietà di un settore pubblico non più distante dai cittadini», conclude Renzi. Ma Moretti lo sa?

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