Pittori abusivi di piazza Navona in rivolta a colpi di lametta contro lo sgombero forzato

18 Apr 2014 12:31 - di Bianca Conte

Scene pulp a Roma, ma non è un set di Cinecittà. No, è piazza Navona, uno dei cuori pulsanti del centro storico della capitale, che ieri ha cominciato a sanguinare: letteralmente. E la cosa disarmante è che non si trattava di finzione alla Tarantino, ma di ordinaria amministrazione della gestione Marino: il sindaco ligure in trasferta amministrativa nella città eterna – sempre più agonizzante a dire il vero – tra commercianti in rivolta,

abusivi autolesionisti, traffico da pedonalizzazione, incombenti invasioni di oceaniche orde di turisti in arrivo per la doppia beatificazione di Papa Roncalli e Papa Wojtyla, manifestanti di varie categorie e cantieri a cielo aperto, ha sempre meno il polso della situazione, e sempre meno controllo sul ritmo vitale della città, i cui cittadini si sentono ormai irreversibilmente in ostaggio del caos.

L’ultima dimostrazione, il sanguinolento show ostentato ieri a un passo dai Palazzi del governo, da pittori e semplici commercianti senza autorizzazione di quadri, tele, disegni e poster, che affollano abusivamente, ormai da anni, la piazza sorta sulle ceneri dello Stadio di Domiziano. Un tempo teatro di competizioni sportive e, secondo una ormai accreditata leggenda metropolitana – non confermata dalla storia – campo di scenografiche naumachie, e oggi terreno di scontro tra venditori illeggittimi e vigili urbani. Così, dove prima fluiva l’acqua, ieri si è visto scorrere il sangue.

Il tutto è cominciato all’arrivo di uno sparuto gruppo di vigili in spedizione “ciclica” a Piazza Navona, dove da tempo ristagna il problema della silente invasione dei pittori fuorilegge. La mozione di ordine pubblico imponeva lo sgombero di quadri, quadretti e bancarelle improvvisate da anni, allo scopo di liberare il campo occupato per poter poi installare un maxi schermo, previsto per gli eventi celebrativi della beatificazione dei due pontefici. Alla notizia dell’intimo di sfratto dal suolo pubblico, la situazione è precipitata nel volgere di pochi minuti, e diversi pittori abusivi hanno cominciato a infierire su loro stessi con taglierini e lame di vario genere, provocandosi vistose ferite. Uno di loro, addirittura, è stato portato tempestivamente al Fatebenfratelli, dove gli sono stati applicati 55 punti di sutura. Poi però, lo stesso, non pago, si è prontamente riunito con gli altri “colleghi” di protesta, che nel frattempo hanno continuato a inscenare quadri di macabra rivolta autolesionistica, spostando però lo show con le lamette fin sotto la lupa del Campidoglio, dove la protesta è arrivata ad affacciarsi su una delle terrazze capitoline, scalata da uno dei manifestanti, portando recriminazione violenta e protesta cieca direttamente nelle stanze del Comune…

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