Marine Le Pen va in Russia e lancia l’idea per la crisi ucraina: la federazione

12 Apr 2014 19:56 - di Antonio Pannullo

Mentre l’Europa teme con terrore la cosiddetta ondata populista alle elezioni per l’europarlamento a maggio, la presidente del Front National, Marine Le Pen, ha sostenuto responsabilmente l’idea di federazione dell’Ucraina, appoggiata dalla Russia, durante una visita a Mosca.

«Spero che gli elementi più moderati della diplomazia europea riescano a mettere tutti attorno a un tavolo per riuscire a trovare soluzioni per un futuro pacifico per l’Ucraina e rispettoso del desiderio e della sensibilità di ogni parte della popolazione ucraina», ha detto Le Pen in una conferenza stampa, aggiungendo che «il progetto più logico, il più rispettoso, è quello di una federazione in seno all’Ucraina, che permetta un certo grado di autonomia ad alcune regioni». Questo permetterebbe «all’Ucraina dell’est, che per mille ragioni si sente più vicina alla Russia, o all’Ucraina dell’ovest che per mille ragioni si sente più vicina all’Ue, di poter preservare il Paese», ha spiegato. Le Pen ha incontrato a Mosca il presidente della Duma, Serghiei Narishkin, che poi è uno dei responsabili russi colpito dalle sanzioni Ue dopo l’annessione della Crimea alla Russia. Sanzioni, detto per inciso, alle quali la Serbia ha annunciato di non aderire. E in effetti, considerando la situazione sul terreno, questa sembra la soluzione più ragionevole: in Ucraina di fatto si è verificato un golpe, perché il presidente eletto è stato deposto, e ora comanda un amico dell’ex premier Julia Timoshenko, che è stata fatta immediatamente uscire del carcere dove stava scontano una pena a sette anni per reati connessi alla pubblica amministrazione, dalla magistratura ucraina, subito condiscendente verso i nuovo padroni dell’ex regione sovietica. È dai tempi della Rivoluzione arancione che l’Ucraina è squassata da forze centrifughe che ne minano la stabilità e l’unione. Oggi è un Paese nel caos: in molte zone si è sull’orlo della guerra civile, la Crimea se ne è già andata con un legittimo referendum in cui la popolazione ha espresso democraticamente la sua opinione, e l’opposizione è spaccata tra nazionalisti ed europeisti. Usa e Ue, anziché mettere in campo la diplomazia, ha soffiato sul fuoco pur di attaccare quello che vedono come una minaccia al loro potere mondiale, ossia la Russia di Putin. Dopo gli esempi dei fallimenti di Iraq, Afghanistan, Balcani, Libia, l’Occidente ancora non accetta di ragionare, e nemmeno la clamorosa figuraccia fatta con la Siria è servita a ridurllo alla ragione.

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