La mission impossibile di Alfano: risuscitare i moderati, sempre più marginali nello scontro tra renziani e grillini

12 Apr 2014 9:50 - di Renato Berio

Intervistata dal Tempo, Beatrice Lorenzin non fa sconti ai cugini di Forza Italia: “Quel partito non ha futuro”. Nei giorni dell’assemblea costituente del Nuovo centrodestra si fa trapelare ad arte anche la notizia che Paolo Bonaiuti sta trattando il suo ingresso nel partito di Alfano. E anche Renato Schifani usa toni ultimativi: pur dicendo a Berlusconi “non addio ma arrivederci”, ci tiene a sottolineare che la parabola istituzionale del Cavaliere è finita. Giochi dialettici da campagna elettorale. Ma qual è la strategia seguita davvero da Angelino Alfano? Il suo partito ha prima dovuto cercare l’alleanza con l’Udc per cercare di superare la soglia di sbarramento alle europee e ora il leader indica la missione ai suoi: da sentinelle nel governo Letta per un fisco più equo al ruolo di pungolo riformista nel governo Renzi. Sempre al governo. Sempre nell’area che conta. Angelino, l’ex delfino, ha in fondo lo stesso problema dei cugini azzurri  rimasti nella trincea berlusconaina: se la partita si polarizza in uno scontro tra grillini e renziani quale posizione deve assumere il centrodestra in campo? Come uscire dalla marginalità? Dire di voler parlare ai moderati è solo uno slogan. Né del resto entusiasma gli elettori quell’abbraccio al centro che già portò sfortuna al progetto finiano, partito futurista e finito semi-democristiano.

Ma Alfano, che domenica sarà eletto segretario,  afferma che con il partito di Cesa e Casini l’accordo non è solo elettorale in vista delle europee ma va oltre: a partire dalla prospettiva di gruppi unici in Parlamento, in Italia. E poi c’è l’impegno nel governo: un esecutivo in cui, rivendica il ministro dell’Interno, “c’è tanto centrodestra con Ncd” che, ammonisce, “sta al governo per fare le cose e per cambiare il Paese. A Matteo Renzi diciamo con grandissima lealtà che da parte di Ncd non troverà mai una timidezza o una lentezza sulle riforme. Vada eventualmente a cercare da qualche altra parte chi lo ostacola. Noi saremo l’acceleratore delle riforme”. E infine l’immigrazione. “Caro Salvini, non baratteremo mai un punto percentuale alle elezioni con 15mila morti”, puntualizza rivolto al segretario della Lega. Tuttavia, sottolinea l’Ue deve farsi carico della difesa della “sua frontiera sud”, quel Mediterraneo che non è solo il confine dell’Italia. La sentinella Alfano vuole fare il pieno di voti al centro. Spazio politico sul quale, tuttavia, pesa l’imbarazzante caso dell’inamovibile Roberto Formigoni. Perché è vero che gli italiani sono tendenzialmente conservatori, ma è anche vero che il centro è stato troppo spesso trasformato in palude, una palude che inghiotte scandali e condotte poco encomiabili. E forse, cercando di battere Matteo Renzi su quel terreno, si rischia di affondare (anche perché contro questo premier lo spauracchio del comunismo non può essere sbandierato senza il rischio di apparire ridicoli).

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