Il selfie, da moda ossessiva a sintomo compulsivo. Dopo i vip, anche i politici si lasciano contagiare

12 Apr 2014 12:07 - di Priscilla Del Ninno

Egocentrismo. Esibizionismo. Mania ossessiva o bisogno compulsivo di immortalarsi in quasi ogni momento della giornata: quale che sia l’imput, il selfie ha generato un contagio virale ampiamente endemizzato in Rete, e propagato attraverso i social network: tutti, da Facebook a Instagram. Un ricorso all’autoscatto talmente dilagante ed invasivo, da aver motivato una ricerca dell’American Psychiatric Association che, molto chiaramente, indica nella mania del selfie una malsana abitudine che, a lungo andare, potrebbe addirittura procurare una patologia mentale che, a seconda dei sintomi – quantificati in base agli scatti effettuati e pubblicati on line – arriverebbe a rivelare pazienti borderline, acuti e cronici.

Ora, patologia o moda maniacale, la differenza è poca: e così, il selfie lanciato dai vip, oggi ha conquistato dal Papa in giù, politici ed esponenti personalità della scena pubblica. Tanto che, accanto ai pancioni delle mamme famose – Belen in testa a tutte, la più presente e la più gettonata – alle veline in allenamento ginnico, alle celebrity senza trucco, alle star di Hollywood all’ultima edizione dell’Oscar, e fino a Barack Obama, oggi finanche i parlamentari di casa nostra – dal premier in giù – si adeguano al costume internetico auto–immortalandosi sul web.

Così, non dovrebbe stupire, ma fa notizia, che dopo il collaudatissimo Matteo Renzi, anche Romano Prodi entra nel circolo virtuale del selfie. E così, in posa insieme alla moglie Flavia, ammicca alla telecamerina del cellulare dell’amico Roberto Morgantini, (ex numero uno della Cgil stranieri) durante l’inaugurazione del Mercato di Mezzo nel centro storico di Bologna. Un’immagine prontamente postata su Facebook, che li ritrae sorridenti e divertiti dell’autoscatto, come il decalogo selfie prevede nella maggior parte dei casi.

Un utilizzo a tutto campo, insomma, quello dello scatto auto-referenziale ritwittato on line, che funge da barometro della temperatura gossip, da cartina di tornasole dell’agenda parlamentare, da indice di longevità sentimentale, da specchio della verità e fiera delle vanità. Una galleria di autoritratti fotografici che ha invaso la piattaforma globale continuamente aggiornata all’ultimo grido tanto che, in questi giorni per esempio,  (ma già la settimana prossima, chissà), dominano sulla ribalta digitale i selfie aftersex, gli autoscatti postati immediatamente dopo l’intimità, a suggello di un sentimento social da condividere e immortalare su Internet, nella buona e nella cattiva qualità dell’immagine…

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