Il Papa spiega la “passione” di Cristo con il dolore dell’esistenza umana

16 Apr 2014 11:32 - di Redazione

Con il tradimento di Giuda «Gesù ha un prezzo», come «al mercato», e da quel momento inizia la “passione”, la parte più difficile e buia della sua vita. Lo ha ricordato il Papa nella udienza generale in piazza San Pietro, davanti a oltre 25 mila persone, spiegando ai fedeli il nesso tra la “umiliazione” di Cristo e il dolore e il buio dell’esistenza umana. Il Pontefice ha invitato, durante questa settimana, a contemplare il crocifisso e nel crocifisso le “piaghe” e l’umiliazione di Cristo, e a baciare il crocifisso. La passione di Cristo – ha poi proseguito spiegando il senso della settimana santa all’interno dell’anno liturgico – «non è un incidente»: egli «lascia che il male si accanisca su di lui e lo prende su di sé per vincerlo». La resurrezione non è «l’happy end di un film» o «il lieto fine di una bella favola. Il figlio di Dio infatti appare sulla croce come un uomo sconfitto, patisce, è tradito, vilipeso e infine muore. Gesù permette che il male si accanisca su di lui e lo prende su di sé per vincerlo. La sua passione non è un incidente, la sua morte quella morte era scritta, davvero non abbiamo tanta spiegazione, è un mistero sconcertante il mistero della grande umiltà di Dio, infatti ha tanto amato il mondo da dare il figlio unigenito. In questa settimana – ha suggerito Papa Bergoglio – pensiamo tanto al dolore di Gesù e diciamo a noi stessi: “e questo è per me, anche se io fossi stato l’unica persona nel mondo, lui lo avrebbe fatto, lo ha fatto per me”. Quando tutto sembra perduto – ha detto ancora il Pontefice – quando non resta più nessuno per le pecore disperse, è allora che interviene Dio con la potenza della resurrezione. Non è il finale lieto di una bella favola, non è l’happy end di un film, ma è l’intervento di Dio padre e là si infrange la speranza umana. Gesù raggiunge la completa umiliazione con la morte di croce, si tratta – ha rimarcato il Papa durante l’udienza generale – della morte peggiore, quella che era riservata agli schiavi e ai delinquenti. Gesù era considerato un profeta ma muore come un delinquente. Guardando Gesù nella sua passione noi vediamo come in uno specchio anche le sofferenze di tutta l’umanità e troviamo la risposta divina al mistero del male, del dolore, della morte. Tante volte avvertiamo orrore per il male e il dolore che ci circondano e ci chiediamo perché Dio lo permette, il dolore è una profonda ferita».

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