Il centrodestra superi divisioni e personalismi per calare la carta vincente

5 Apr 2014 15:09 - di Italo Bocchino

Nonostante la sindrome autodistruttiva che l’ha colpito, il centrodestra continua a godere di consensi che dovrebbero invitare a riflettere su rapporti interni alla coalizione, alleanze e futuro. Certo il quadro non è confortante, con Berlusconi sull’orlo di una crisi di nervi a causa dell’imminente decisione del Tribunale di sorveglianza di Milano circa la sua libertà personale e – soprattutto – la sua agibilità politica, Forza Italia in ebollizione e prossima all’implosione, il Nuovo Centrodestra che smantella gli elementi di novità per rintanarsi in un neo-centrismo assieme all’Udc e con l’iconografia dello Scudocrociato, Fratelli d’Italia che non decolla e non trova una linea politica nonostante la forza del simbolo di Alleanza Nazionale e, infine, la Lega Nord in mezzo al guado tra spinte anti-europee per prender voti e calo di credibilità a causa delle inchieste giudiziarie degli ultimi mesi e degli ultimi anni.

Detta così sembrerebbe un quadro a tinte fosche, proprio mentre il centrosinistra grazie all’appeal di Matteo Renzi appare in gran forma, pronto a conquistare il paese. Eppure a leggere il sondaggio  realizzato dalla Ipsos di Nando Pagnoncelli per il Corriere della Sera di oggi vien fuori che se il centrodestra trovasse le ragioni per stare assieme ed individuasse un programma comune potrebbe tranquillamente battere nuovamente il centrosinistra, nonostante Renzi e il suo nuovismo.

La fiammata prodotta dal nuovo presidente del Consiglio porta il Pd – secondo Ipsos – al 33,3%. Un numero particolare, di grande simbolismo massonico, proprio mentre Beppe Grillo accusa Renzi di essere un figlioccio di Livio Gelli, Venerabile della P2. Il problema è che al suo fianco il partito di Via del Nazareno non ha una coalizione, potendo contare solo su Sel che a malapena può raggranellare un due per cento che alle europee confluirà nella Lista Tsipiras. La coalizione guidata da Renzi, in sostanza, si inchioda al 35% circa, nelle migliori delle ipotesi.

Dall’altro lato della barricata politica, invece, i numeri reggono, nonostante le difficoltà. Forza Italia, seppur indebolita dalla scarsa agibilità del Cavaliere e dall’abbraccio con il premier sulle riforme, conterebbe sul 21,1% dei voti, stando sempre al sondaggio di Ipsos, ai quali aggiungere il 5,7% della lista comune di Alfano e Casini, il 3,5% di Fratelli d’Italia e il 5,3% della Lega, per un totale che raggiunge il 35,6%.

Concludendo si può dire che con Renzi e il Pd al massimo del loro potenziale e il centrodestra al minimo della sua capacità elettorale comunque la partita è apertissima, anche grazie ai buoni risultati di Beppe Grillo che bloccano l’avanzata della sinistra. Questo dovrebbe far riflettere e dovrebbe invitare o costringere tutte le forze alternative alla sinistra a sedersi attorno ad un tavolo per tornare ad essere protagoniste della storia politica italiana, superando divisioni e personalismi che le hanno condotte fin qui.

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