Grillo si mette la camicia verde e arriva a Padova su un tanko di cartone: «Se fate un referendum sto con voi…»

12 Apr 2014 10:15 - di Desiree Ragazzi

L’idea l’accarezza da qualche giorno. Prima la provocazione sul suo blog («E se domani i veneti, i friulani, i triestini, i siciliani, i sardi, i lombardi non sentissero più alcuna necessità di rimanere all’interno di un incubo dove la democrazia è scomparsa… E se domani… qualcuno si stancasse e dicesse “Basta!” con questa Italia, al Sud come al Nord? Ci sarebbe un effetto domino») che ha ricevuto il placet di Matteo Salvini («Se non cambia idea sarà una battaglia comune»). Poi, l’incursione a Padova in terra leghista e il “suo” sì coram populo alla secessione.

Beppe Grillo, per fare il pieno di voti è intenzionato a cavalcare ogni forma di protesta, anche quella secessionista: «Se fate un referendum io sto con voi… ». È un vero show quello del leader del M5s, arrivato ieri sera a Padova per il tour “Te la do io l’Europa”. Grillo è entrato al Palafabris manovrando a mano un “tanko” di cartone, che ha sparato coriandoli. «No ghe volemo stare più in ‘sto Stato de mona, va ben!» ha gridato, «c’è un diritto alla secessione, se fate un referendum sono con voi. È un’autodifesa. Mentre in Veneto arrestavano le “macchiette” dei secessionisti, il nostro capo dello Stato riceveva un condannato in via definitiva. È questo lo stato delle cose». Pesanti le accuse contro il capo dello Stato: «Napolitano lo pensavo un saggio, invece è cattivo, è un uomo che ha violentato la Costituzione. Sono andato a parlargli due volte e mi ha fottuto come un pivello». Poi, ha scherzato: «Il nostro movimento è nato il 4 ottobre, il giorno di San Francesco, siamo il primo movimento francescano, perché nessuno rimanga indietro. Anche Bergoglio si è iscritto al nostro blog». Infine ha parlato della legge elettorale: «Senza voto di preferenza non c’è democrazia. Lo capite o no? Ditemi se sono pazzo… Hanno fatto una legge elettorale che è una bellezza. Si vota e si va al ballottaggio, ma Berlusconi arriva dietro. Al ballottaggio andiamo noi e loro, però vinciamo noi, è sicuro. Pensavano di avercela messa in quel posto… ». Non sono mancate le accuse al premier: «Quando sono andato da Renzi, io ci volevo parlare a quel ragazzino, mi sembrava un ragazzo ancora un po’ brillante… Berlusconi ci credeva nelle palle che diceva, le sublimava. Renzi invece lo vedi che fa del cabaret, si gira, distoglie lo sguardo, è diventato cinico perché per dare 80 euro ad una famiglia bisogna essere cinici».

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