Genova, incendio al reparto oncologico: muore un paziente che aveva già tentato il suicidio

12 Apr 2014 10:53 - di Redazione

Tragedia all’ospedale San Martino di Genova. Un incendio, sviluppato durante la notte all’interno di una stanza del reparto di oncologia ha provocato la morte di un paziente. Ferita la compagna che lo assisteva: la donna, avvolta dalle fiamme, è stata soccorsa dal personale infermieristico che ha spento il fuoco con una coperta. Venticinque i pazienti sfollati dal reparto che è stato dichiarato inagibile dai vigili del fuoco.

Erano da poco passate le tre quando è scattato l’allarme: in base alle prime informazioni raccolte da soccorritori e inquirenti, il rogo si sarebbe sprigionato dalla stanza singola dove il 60enne Marco Tessier, originario di Moneglia, era collegato con le bombole dell’ossigeno; le fiamme lo hanno rapidamente avvolto, e non è stato possibile salvarlo. Le prime a lanciare l’allarme  sono state le infermiere del turno di notte, e sul posto sono accorse tre squadre di vigili del fuoco: i pompieri hanno subito tentato di circoscrivere il rogo, mentre il personale dell’ospedale ha evitato che il denso fumo producesse conseguenze devastanti. Insieme con i medici del 118 hanno fatto evacuare rapidamente gli altri ospiti del reparto, poi suddivisi fra vari dipartimenti dello stesso San Martino. La compagna della vittima è stata invece ricoverata al Centro grandi Ustionati del Villa Scassi di Genova Sampierdarena: ha riportato ustioni sul 15% del corpo, è sotto choc ma è cosciente e non è escluso che possa venir ascoltata dagli inquirenti. «In pochi secondi è stato l’inferno – hanno riferito i soccorritori e i pazienti frastornati, che venivano smistati fra un reparto e l’altro – Nessuno capiva bene che cosa fosse accaduto, e non c’era un secondo da perdere». Tra le cause che hanno innescato l’incendio si era subito ipotizzato che fosse stato provocato da una sigaretta accesa vicino alle bombole di ossigeno. Poi sono arrivati altre informazioni e si è scoperto che Marco Tessier, la vittima, aveva tentato il suicidio proprio ieri e non è escluso un collegamento tra questo gesto e l’incendio.

Sulla vicenda è intervenuta la direzione sanitaria del nosocomio genovese che ha definito «coraggioso e professionale» il gesto dell’infermiera, che ha chiuso la porta della stanza dove si è sviluppato l’incendio. «Ha evitato – ha detto ancora – che il bilancio di questo gravissimo incidente fosse peggiore». La direzione ha confermato che i venticinque pazienti del padiglione sono stati trasferiti in parte nell’altro padiglione oncologico Obi e in parte nel reparto di pneumologia. Secondo quanto appreso dalla direzione sanitaria l’incendio «non dovrebbe dipendere dal malfunzionamento dei macchinari o del circuito elettrico dell’ospedale». Drammatica la testimonianza dell’infermiera che ha salvato la familiare che assisteva Tessier: «La signora mi correva incontro, era avvolta dalle fiamme e la sedia le si era fusa addosso. Urlava, faceva paura. Assieme a una collega ho spento le fiamme che l’avvolgevano con una coperta poi sono andata nella stanza che era invasa dal fumo. Quello che ho visto era terribile, ma sapevo di dover chiudere la porta e creare una barriera per il fuoco. Ho seguito le procedure…».

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