Forza Italia avverte Renzi su Senato e Province: così non vanno. Toti: «L’Italicum è pronto, si approvi subito»

1 Apr 2014 13:14 - di Valeria Gelsi

Non mette in discussione «i patti», ma fa capire che non sarà stampella silente del governo. Forza Italia manda un messaggio molto chiaro a Matteo Renzi: attenzione, perché siamo pronti alla guerriglia. Sul tavolo resta la richiesta di una corsia preferenziale per l’Italicum, che

«è pronto, potrebbe essere approvato in via definitiva in una settimana», ha sottolineato il consigliere politico di Silvio Berlusconi, Giovanni Toti, in un intervento che, partendo dalla ferma volontà di rispettare gli accordi, finisce per far capire che le riforme potrebbero anche saltare, con tutto ciò che ne consegue. Matteo Renzi, in visita a Londra, ha ostentato sicurezza e ha liquidato chi gli chiedeva conto di un rischio elezioni anticipate, nel caso di fallimento delle riforme, con un «parliamo di cose serie». Il terreno su cui si muove il premier, però, è più scivoloso di quanto lui voglia far apparire, come lo stesso Toti gli aveva ricordato. Ci sono prima di tutto i problemi interni al Pd e c’è la possibile insoddisfazione di Forza Italia, che è sempre lì dietro l’angolo. «Nessuno addebiti a Forza Italia i guai del Pd. Se le riforme falliranno, sarà per l’ennesima volta colpa di una sinistra litigiosa e inconcludente», ha spiegato Toti, sottolineando poi che «nel patto (per la riforma del Senato, ndr) era previsto (che i senatori) fossero eletti di secondo livello, noi preferiremmo eletti, ma siccome è un patto, ci confronteremo con tutti i contraenti». Nel complesso, dunque, l’intervento suona come se Toti volesse suggerire al premier di non sentirsi troppo al riparo da incidenti di percorso. Un avvertimento rafforzato da altri esponenti di Forza Italia, primo fra tutti il capogruppo alla Camera Renato Brunetta, che dal Senato alle Province hanno messo in discussione non le riforme, a cui si sono detti “storicamente” favorevoli, ma il modo in cui Renzi le ha volute disegnare. «I 21 senatori nominati dal presidente della Repubblica per noi non passeranno mai, come non passeranno mai gli esponenti dei Comuni dentro al Senato delle Autonomie», ha avvertito Brunetta nel corso di un’intervista a SkyTg24, sottolineando che il modello cui guardano gli azzurri è quello dei senatori nominati dai consigli legislativi, quindi dalle Regioni. «Noi appoggeremo una riforma quando la vedremo, nel senso che discuteremo punto su punto», ha proseguito il capogruppo azzurro alla Camera, che invece sulle Province ha inviato una lettera a Giorgio Napolitano, ricordando che FI è favorevole alla loro abolizione, ma contestando il merito della legge appena approvata al Senato. «Il rischio è di promulgare un testo palesemente incostituzionale», ha scritto Brunetta al Capo dello Stato, chiedendo il suo sostegno.

 

 

 

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *