Berlusconi a “Porta a Porta”: «Gli 80 euro sono una mancia elettorale. Alfano? Mi ha dato dolore»

24 Apr 2014 20:03 - di Guglielmo Federici

L’obiettivo è più ambizioso e va al di là delle prossime Europee. Silvio Berlusconi torna a Porta a Porta e rilancia. «Il mio tragitto è convincere la maggioranza numerica del popolo dei moderati e trasformarlo da maggioranza sociale in maggioranza politicaorganizzata. Questo è l’obiettivo delle politiche». Per l’immediato, le Europee sono importanti, afferma, «per combattere contro l’Europa di adesso ed è importante vincere per fare il primo gradino verso un obiettivo unico che ci può portare a diventare un Paese governabile», afferma il Cav che sostiene di non sentirsi «in ricorsa», ma di partecipare a questa campagna elettorale guardando ancora più in là. Il tempo non è moltissimo, «abbiamo solo 35- 40 giorni, ma se riuscirò nelle poche apparizioni a toccare il cuore dei moderati potremmo riavere i voti del 2008 e penso che supereremmo il 25%». Il primo scoglio è alla portata: «Il 46% di chi ha votato Grillo è deluso e qualche volta anche disgustato sia dai parlamentari sia dal loro comportamento», analizza il Cav da Bruno Vespa. «Se a questo 46% si può offrire qualcosa di solido, di veramente positivo per il futuro, è possibile recuperare voti da questo 46%».

Riguardo al suo stato personale Berlusconi ribadisce che «C’è indignazione forte per l’ingiustizia che ha portato un collegio feriale a prendere decisione su una sentenza assolutamente ingiusta», ribatte alle domande, definendo «una mascalzonata» il voto sulla decadenza da senatore, ma poi si proietta sugli impegni immediati. «Quando so di essere a posto, mi possono fare tutto ciò che vogliono ma non mi scompongo», sottolineando come, anche per questo motivo, l’assistenza agli anziani «non pesa» su di lui, anzi. «Lo faccio volentieri. Per quanto riguarda gli anziani potrò dialogare con loro di politica e argomenti culturali e storici, ma anche fare cose più umili, non sono spaventato spero di portare conforto morale e non solo».

Poi parte all’attacco, ne ha per tutti. Pentito di essere uscito dal governo Letta, chiede Vespa? «No mai, era illogico stare in maggioranza in un governo che disdiceva i programmi su cui si era impegnato». Di Renzi dice: «Si è presentato come un simpatico rottamatore. Ora a poco a poco, si sta trasformando in un simpatico tassatore». Gli 80 euro in busta paga sono tutt’atro che “mitici”. «Renzi deve trovare dei fondi, sono 830 milioni di euro al mese per dare 80 euro. Per trovarli ha mantenuto la tassa sulla casa ed il prossimo anno gli italiani pagheranno 32 miliardi. E per quanto riguarda i risparmi e i depositi ha aumentato il prelievo fiscale dal 20 al 27%. Con una mano darà 80 euro, ma per tutti gli altri sparisce la tredicesima», spiega Berlusconi. Insomma, saranno tutti gli altri contribuenti a pagare quella che definisce «una mancia elettorale». Poi, riserva una stoccata al principale partner di maggioranza di Renzi, Angelino Alfano. L’uscita del leader del Nuovo centrodestra da Forza Italia è stato «un dolore personale», dice l’ex premier. «Si tratta di persone alle quali in 20 anni ho dato tutto quello che potevo senza mai chiedere niente, escludo una riconciliazione con Alfano». Va giù duro sul Ncd: «Ha messo insieme tutti i pezzi della vecchia politica, della vecchia Dc: mi domando con quale speranza possano guardare a un futuro di affermazione».

Berlusconi torna  sul patto sulle riforme siglato con Renzi ma lancia un avvertimento ben preciso: «Non c’è nessun accordo sul fatto che il Senato sia di natura non elettiva». Insomma, sulla riforma di Palazzo Madama il Cav esprime forti dubbi, ribadendo i “paletti” di FI al riguardo. «Se andrà avanti la riforma del Senato» così com’è stata proposta dal governo, «credo che difficilmente questa legge elettorale potrà essere costituzionale». E ancora: «Non sarà votata entro il 25 maggio». Perché «nessuno accetta che ci sia una specie di dopolavoro comunale in questo Senato», dice stigmatizzando come «Renzi abbia prodotto una proposta in Parlamento che non è stata accettata neppure dal suo partito». «Renzi ha fatto un’Opa minoritaria dentro la segreteria del partito ma non ha conquistato la maggioranza del Pd», evidenzia. Sui malumori in Forza Italia incalza: «Mi creda, io non sono così spiaciuto di una perdita di “pezzi” se vanno via persone che non hanno più motivazioni ideali ma vogliono continuare il mestiere della politica e occupare dei posti e poltrone. È davvero miracoloso se Forza Italia è ancora al 20% con la totale assenza del suo leader. Io penso di arrivare alle prossime elezioni politiche a superare il 36% che superammo anche nel 2008». Berlusconi parla a 360 gradi, di Europa, di immigrazione, ma maliziosamente Vespa lo incalza sul passato, sul  “divorzio” dla cofondatore del Pdl. Lui ribatte: «Fini ha fatto quello che ha fatto perché convinto dal Capo dello Stato». Ho «12 testimoni che hanno sentito la voce di Napolitano messa in diretta da Fini per convincerlo che poteva fare» la sua operazione politica del dicembre 2010, «perché aveva le spalle coperte».

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