Attentato alla scuola di Brindisi, le figlie di Vantaggiato ripudiano il cognome del padre

22 Apr 2014 14:18 - di Redazione

Le due figlie di Giovanni Vantaggiato, il responsabile dell’attentato del 19 maggio 2012 dinanzi alla scuola “Morvillo Falcone” di Brindisi, hanno presentato istanza al prefetto di Lecce per cambiare il cognome. La notizia viene riportata dalla Gazzetta del Mezzogiorno. Nell’attentato morì la 16enne Melissa Bassi e altre dieci studentesse rimasero ferite.  Nella domanda non è precisata la motivazione. Le donne, a quanto riportato, non prenderanno il cognome della madre, Marchello. Le figlie di Giovanni Vantaggiato, condannato all’ergastolo per l’attentato, hanno deciso di cambiare cognome entrambe e ne hanno scelto uno che non appartiene neppure  alla madre Giuseppina Marchello. Nelle motivazioni della sentenza i giudici avevano parlato di un ruolo “ambiguo” della moglie di Vantaggiato. Sono due le istanze presentate presso la Prefettura di Lecce, una a firma di Veronica Vantaggiato, 39 anni, e l’altra a firma di Serenella Domenica Vantaggiato di 37 anni. Poiché l’una risiede a Lecce e l’altra a Copertino (Lecce) le richieste sono pubblicate sull’albo pretorio dei diversi Comuni. La Prefettura, come per prassi, ha eseguito attività istruttoria preliminare, ha considerato il parere degli organi di polizia circa l’assenza di elementi ostativi, e ha giudicato la domanda meritevole di essere accolta il 16 aprile scorso.

Veronica e Serenella non sono mai andate in carcere a trovare il padre. Da qualche tempo – a quanto riferisce l’avvocato di Vantaggiato, Franco Orlando – sono solo le due sorelle a mantenere con lui qualche contatto, in forma epistolare. Nessun incontro da parte di Vantaggiato con la moglie da più di un anno e neppure con le due figlie. Vantaggiato è condannato all’ergastolo in primo grado e attende di essere giudicato dinanzi alla Corte d’Assise d’Appello di Lecce nel secondo grado di giudizio sulla strage di Brindisi. Il processo ha avuto inizio con un rinvio per l’astensione degli avvocati del foro di Lecce il 17 marzo scorso. E’ aggiornato al prossimo 5 maggio.

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