Quelle deputate di bianco vestite… e il cambio di passo degli azzurri

11 Mar 2014 16:37 - di Oreste Martino

Lo scontro politico avvenuto sulle cosiddette “quote rosa” non ha a che vedere soltanto con la presenza delle donne nelle liste elettorali né riguarda in particolare le ambizioni delle novanta deputate che trasversalmente volevano difendere con comodità la loro poltrona. Quel che è successo nei giorni scorsi riguarda soprattutto gli equilibri interni del Pd e del Pdl, che si sono giocati sul tema della presenza femminile in Parlamento, e che hanno visto prevalere l’asse sotterraneo ma evidente che c’è tra Renzi e Berlusconi.

Ormai è sempre più chiaro che l’accordo tra il premier e il Cavaliere riguarda la legge elettorale e molte altre cose e che nessuno dei due vuol venir meno ai patti fatti, anche al fine di sterilizzare le opposizioni interne ai partiti. Il Pd è da sempre paladino delle “quote rosa”, ma Renzi non ha esitato a gettare nel cestino una storica battaglia pur di tener fede agli impegni con Berlusconi. Mentre decine di deputate democratiche di bianco vestite urlavano in aula a favore della riserva di posti in loro favore la potente Maria Elena Boschi se ne stava ai banchi del governo vestita d’azzurro, senza alcun accessorio che richiamasse il colore della rivolta. Anzi, faceva di più, parlava con Verdini e Santanché, acerrimi nemici delle quote per le donne. Basta questo a far capire quanto Renzi sia in sintonia con il Cavaliere e quanto i suoi deputati siano stati determinanti, assieme a quelli di Forza Italia, per mettere in minoranza quella parte del Pd che vorrebbe condizionare il premier.

La rivoluzione più profonda è però avvenuta in casa berlusconiana, dove si sono scontrate le vecchie favorite di Arcore e palazzo Grazioli con il rude potere verdiniano, rappresentato anche da Daniela Santanché che non a caso si è presentata in aula vestita di rosa shocking per prendere iconograficamente le distanze dalle colleghe di partito che protestavano per conservare il loro posto. E non a caso a raccogliere le firme per chiedere il voto segreto utile a impallinare le “quote rosa” è stato il braccio destro di Verdini, Luca D’Alessandro.

Lo scontro ha quindi cambiato gli equilibri interni in Forza Italia ed è servito a Verdini per marginalizzare le tante deputate che negli anni scorsi avevano avuto troppo ascolto da Berlusconi, grazie anche alla complicità esplicita della fidanzata del Cavaliere Francesca Pascale, contraria alle quote.

A confermare questa tesi c’è anche la posizione di smarcamento delle due berlusconiane più furbe, Maria Stella Gelmini e Daniela Santanché, pronte a negare l’utilità delle quote perché pronte a capire che l’éra del fascino femminile nelle scelte del Cavaliere è ormai tramontata.

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