Montezemolo dice addio a Italia Futura. Fine di un rapporto (mai nato) con la politica

1 Mar 2014 17:48 - di Aldo Di Lello

Luca Cordero di Montezemolo lascia la presidenza di Italia Futura. L’annuncio in un comunicato dell’associazione in cui, contestualmente, viene resa nota la successione al numero uno della Ferrari. Si tratta di Carlo Pontecorvo, presidente del gruppo Ferrarelle che «cambia rotta» al think thank immaginandola come possibile forza politica. Si conclude così, con questo freddo passaggio di consegne, il singolare rapporto tra Montezemolo e la politica (almeno intesa come diretto impegno civile), un rapporto iniziato per l’appunto con la nascita nel 2009 di Italia Futura. Per metà “pensatoio” e per metà associazione, il think thank montezemoliano è stato a lungo un ibrido: da un lato si poneva l’ambizione di ispirare politiche nazionali in campo economico sociale attraverso documenti e interventi dei suoi intellettuali di punta (tra gli altri, lo storico Andrea Romano e gli economisti Irene Tinagli e Nicola Rossi), dall’altro puntava a strutturarsi sul territorio, quasi a gettare le basi di una futura organizzazione politica. Il filo rosso tematico  era costituito dalla critica all’immobilismo  del Paese (la frase tipo era  «l’Italia è ferma») e dalla richiesta di decisionismo politico e riformismo sociale. Montezemolo non ha mai voluto però  varcare la soglia del diretto impegno politico, forse perché preoccupato dalle possibili (e  scontate) accuse di conflitto d’interessi. Di lui si è parlato come possibile ministro del governo Monti e addirittura come candidato leader dello schieramento moderato. Recentemente si è parlato anche di una possibile nomina a superministro del governo Renzi. Ma alla fine ha sempre detto di no. L’unico, significativo impegno di Italia Futura è stato al tempo della nascita di Scelta Civica. E ciò con il lancio del manifesto Verso la Terza Repubblica, cui hanno aderito personalità che poi hanno fatto parte del partito montiano e che hanno assunto incarichi parlamentari come i montezemoliani della prima ora Tinagli e Romano.

Ma oggi qualcosa si deve essere rotto. Le parole del nuovo presidente Pontecorvo suonano come il lancio di un guanto di sfida alle odierne forze politiche: «Abbiamo votato esattamente un anno fa e siamo al punto di prima. C’è una sfida da raccogliere, c’è una visione dell’Italia da proporre. È finito il tempo dei pensatoi, la politica attiva è l’unica via per vere riforme». Una sfida e anche una presa di distanza dall’esperienza montiana : «La nostra associazione – ricorda Pontecorvo – sposò la proposta di Mario Monti contribuendo alla nascita di Scelta Civica. Avevamo visto nell’operato dell’allora Presidente del Consiglio un buon esempio per uscire dalla crisi e rilanciare il Paese. Purtroppo il suo impegno non è bastato, né è stata sufficiente la scossa data all’economia. La nuova Italia Futura dovrà aggregare e sostenere una nuova classe dirigente che ne dovrà assumere la guida, mettendo a disposizione del Paese le tante competenze ed esperienze ancora mortificate anche dalle scelte di questi giorni». Non è difficile cogliere nella frase finale anche un giudizio critico sulle scelte che hanno accompagnato la formazione del governo Renzi. Resta ancora da capire che rapporti avrà Italia Futura con l’iniziativa di Corrado Passera, che è stata anch’essa  annunciata in questi giorni. Due iniziative politiche, provenienti entrambe dal mondo finanziario ed economico, vengono lanciate proprio nei giorni della nascita del governo Renzi. Singolare no?

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