La triste satira sui marò fa naufragare lo show di Luca e Paolo

25 Mar 2014 10:58 - di Priscilla Del Ninno

Quando l’ironia sfocia nel cattivo gusto, non si può più parlare di satira, ma di una sua più becera imitazione. Così, finisce che la parodia sui Marò di Luca e Paolo – annunciata nella puntata d’esordio del 16 marzo, e propinata su Canale 5 la domenica successiva – nel nuovo programma satirico firmato da Antonio Ricci,

Giass, inabissa senza possibilità di recupero gli ascolti della prima serata del “biscione”. E al danno – per cui ora si starebbe valutando addirittura una chiusura anticipata del programma – si unisce la beffa: nell’ultima messa in onda, lo show di Ricci è stato doppiato, in termini di ascolto, dalla “Cenerentola” delle reti Mediaset, Rete 4, con la fiction La Bibbia (e non con un blockbuster a stelle e strisce, presentato in anteprima).

Ma c’è di più. La debàlce è virale: e i sintomi dell’insuccesso, e delle recriminazioni che lo giustificano, tracimano dal piccolo schermo al web, (anche se c’è anche chi sostiene il contrario, e cioè che il boicottaggio tv sia partito dalla Rete), contagiando in particolar modo i social network. Fatto sta che, al secondo appuntamento televisivo con Giass, la gag con Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu in divisa da fucilieri di marina – con tanto di didascalia che beffardamente recita: «Intanto a New Delhi» – scatena un putiferio di Tweet indignati. E al coro delle polemiche risentite, per l’affronto riservato a Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, si aggiungono, di ora in ora, le accuse e gli insulti. Uno su tutti, quel «vergognatevi» che costringe i comici addirittura ad una replica on line: «E di che cosa?».

Del resto, ironizzare su una intricata situazione diplomatico-internazionale che grava ogni giorno sulle spalle di due ufficiali di Marina, da due anni in ostaggio in India, sottratti alle loro vite e alle loro famiglie, è evidentemente una scelta offensiva e inopportuna: e serve a poco giustificare la caduta di stile – non soltanto comica – con quella parvenza di cinismo da dissidenti che da sempre Luca e Paolo avocano a loro stessi come cifra stilistica. Come pure, mettere in scaletta scenette ilari sulla raccolta di fondi a vantaggio dei preti pedofili, affrontando satiricamente un tema delicatissimo che causa dolore e sofferenze, senza la minima remora, non è che sia più appropriato… Cercare di strappare una risata ironizzando su un dramma, insomma, è fuori luogo, sempre e comunque. E bisognerebbe evitarlo: punto e basta.

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