Il governo delle promesse nel mirino dell’opposizione: «Dal premier finanza creativa e televendite»

13 Mar 2014 10:39 - di Antonella Ambrosioni

Cresciuto nell’era delle televendite, venditore di pentole e ora nientemeno che Mandrake, il celebre illusionista. Le perplessità sulla svolta di Renzi e della sua ricetta economica rimangono tutte e riguardano la madre di tutte le questioni, le coperture di spesa, sulle quali poche nebbie sono state diradate. Oggi su Repubblica il paragone ardito con Mandrake è farina del sacco di Brunetta, capogruppo alla Camera di FI. «Renzi prende strumenti già approvati dai governi precedenti, li mischia a invenzioni inverosimili e con la bacchetta magica li rende certi e in tempi brevissimi senza dirci come. Chi è, Mandrake?». Il commento è caustico: «È stata una conferenza stampa imbarazzante, senza un provvedimento, senza un decreto o un testo’». Quello di Palazzo Chigi, contesta l’ex ministro, «è un libretto dei sogni da dilettanti allo sbaraglio, altro che finanza creativa. Tremonti sulla finanza creativa rispetto a Renzi era un principiante». E veniamo al tema fatidico delle coperture: «Da un lato abbiamo un mancato gettito con l’abbattimento di 10 miliardi di Irpef, dall’altro abbiamo misure aleatorie e incerte provenienti da vari fonti oltretutto legalmente improbabili». Ed attacca: «Non si può portare il deficit dal 2,6 al 3% mentre la spending review è incerta, Renzi non tiene conto delle regole europee». Un commento ironico anche sugli aumenti fino a 80 euro al mese in busta paga: «Perché limitarci a così poco? Visto la totale assenza di “vere” coperture, nei sogni l’asticella può essere spostata verso l’alto. Dormiremmo meglio fino all’inevitabile amaro risveglio».

Scettico su tutti i fronti l’esponente di Fi, non meno su quello, altrettanto scivoloso, delle coperture politiche: «Se sull’Italicum il governo è passato per 20-40 voti pur con il nostro sostegno, su queste misure Renzi come pensa di farcela senza i nostri voti?». Caustica il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, che su Fb “affina” il giudizio già espresso a caldo ( Renzi come un venditore di pentole) e insiste: «Rispetto a Renzi le televendite di Vanna Marchi erano delle lectio magistralis… ». Pesante. Che si tratti di “sogni” tutti da verificare è apparso chiaro anche per chi avesse ascoltato la fascinosa Maria Elena Boschi “interrogata” ( e bocciata) dal sociologo e saggista Luca Ricolfi. Durante Le invasioni barbariche su La 7 è stata invitata a fornire qualche informazione in più proprio in tema di coperture di spesa. L’intervista è partita in salita per il ministro, di fronte al giudizio duro e spigoloso espresso anche da Ricolfi sulla ricetta dei desideri di Renzi. Lei tenta di spiegare dove come e quando la cifra impegnata da Palazzo Chigi sarebbe coperta e la Bignardi chiede a Ricolfi: «Professore, che voto le dà?». Risposta «Alla Boschi darei 8-9 per la comunicazione, ma dal 3 al 4 per le informazioni».

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