Grido d’allarme dalla trincea della Terra dei fuochi: boicottano la tracciabilità dei rifiuti

6 Mar 2014 18:03 - di Desiree Ragazzi

Ci sono voluti sette anni per far nascere il Sistri. E ora all’avvio del sistema di tracciabilità dei rifiuti c’è chi fa un passo indietro, chi chiede rinvii ed esprime perplessità. In prima linea ci sono commercianti e artigiani che in un tam tam convulso chiedono che l’entrata in vigore del Sistri per i rifiuti tossici venga prorogata alla fine dell’anno in corso. E poi c’è il ministro dell’ Ambiente Gian Luca Galletti che, nel rispondere alle categorie, ha assicurato che «è in via di perfezionamento un decreto che assoggetta al Sistri solo imprese ed enti produttori iniziali di rifiuti con più di dieci dipendenti nei settori dell’industria, artigianato, commercio e servizi». Una situazione ambigua che ha allertato il Coordinamento Comitati Fuochi: «Chi non vuole il sistema di tracciabilità dei rifiuti fa un favore alle Ecomafie. Non siamo sorpresi – scrivono gli attivisti in una lunga nota – nel leggere comunicati stampa delle associazioni di categoria contro il sistema di tracciabilità dei rifiuti, né tantomeno crediamo alla buona fede delle istanze portate. Oggi le richieste dei piccoli commercianti sembrano costituire la foglia di fico dietro cui nascondere gli interessi delle grandi lobby industriali». Il Coordinamento si è mostrato preoccupato per le «dichiarazioni ambigue del neoministro dell’Ambiente Galletti, che a diversi anni dall’avvio del progetto per il sistema di tracciabilità dei rifiuti, dopo ingenti e sovrabbondanti risorse pubbliche spese, si propone con affermazioni di incertezze su una reale volontà di utilizzo del sistema, che riteniamo essere indispensabile per la lotta allo smaltimento illecito dei rifiuti industriali. Dichiarazioni rilasciate con disinvoltura da chi, per ruolo istituzionale, dovrebbe sentire tutto il peso e la responsabilità di un eventuale fallimento del sistema di tracciabilità dei rifiuti, in ragione del ruolo delle istituzioni e della politica che, in questi anni, hanno avuto l’onere di controllare, definire e determinarne caratteristiche e costi del sistema stesso». Per il Coordinamento dei Comitati dei Fuochi «tutti sembrano voler continuare a servirsi delle ecomafie per smaltire i loro rifiuti in tutta Italia». E infine il duro j’accuse: «Noi, come cittadini, ci sentiamo vittime di un sistema industriale volutamente monco della sua parte terminale, forse la più importante dei propri cicli di produzione». Volutamente, sottolineano «perché si è voluto lasciare mano libera alla criminalità organizzata nel business dello smaltimento illegale dei rifiuti industriali. L’avvio obbligatorio del sistema di tracciabilità dei rifiuti in tutta Italia è un obbligo verso le migliaia di vittime della Terra dei Fuochi».

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