Gli industriali smascherano il premier: altro che accoglienza calorosa, la Merkel non ci farà sconti

21 Mar 2014 19:40 - di Priscilla Del Ninno

Matteo Renzi avrà pure incassato l’appoggio del suo pacchetto riforme da Angela Merkel, ma di certo non ha fatto breccia nel suo austero cuore politico. E malgrado fosse partito da Roma con tanti buoni propositi diplomatici, e con la promessa istituzionale di non approcciare alla cattedra dei big dell’Unione, come se noi italiani fossimo «degli scolari», ha comunque deluso le aspettative di chi era convinto che, convenevoli da cerimoniale a parte, sarebbe arrivato a sbattere i famosi «pugni sul tavolo». E per riparare, stampa e web hanno pensato bene di calcare la mano sui riscontri ottenuti e sull’accoglienza ricevuta, alla sua prima trasferta, dal giovane, agile e conversevole Matteo Renzi. Ma la bocciatura era nell’aria: e se non è stato mandato dietro la lavagna, poco ci è mancato.

«Devo sfatare il clima idilliaco descritto per l’incontro tra la Merkel e Renzi», ha rivelato allora in queste ore il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi. «La Cancelliera Merkel – ha quindi aggiunto – si è dimostrata molto austera nei nostri confronti: non è che ci abbia accolto a baci e abbracci. Anzi, ci ha ribadito che proprio non possiamo derogare dalle regole». Quasi quasi, insomma, era andata meglio a Monti: almeno in quel caso, tra gelo teutonico e austerità professorale, non c’erano molte possibilità d’interpretazione…

Questa l’amara cronaca dei fatti: e invece, tutti a favoleggiare, tra giornali, tg e la Rete, sul clima caloroso trovato e creato dall’ex sindaco toscano al debutto in Europa, in veste – e cravatta Gucci –  da premier. Certo, la sua figura da primo della classe non gliel’ha negata nessuno: peccato solo, però, che dopo essersi impegnato nella encomiabile lezione sul «nuovo rinascimento industriale europeo», Renzi abbia riscosso giusto un «è molto gioviale e molto dinamico», impacchettato a denti stretti dal presidente della Commissione Ue, José Manuel Barroso.

Sì, gioviale. Dinamico. Franco e sicuramente comunicativo e simpatico con tutti i leader: con la integerrima Cancelliera è arrivato persino a parlare di calcio, con la carrambata finale del regalo della maglia di Mario Gomez, il centravanti tedesco, bomber della Fiorentina.

Ma fino a che punto può arrivare il sostegno delle tifoserie parlamentari e dei supporter mediatici? Al punto, per esempio, di scrivere e titolare su un’atmosfera «eccellente», il cui apice massimo si sarebbe registrato nel corso di una cena alla quale hanno partecipato anche i vertici di Confindustria, Enel e Generali. Eppure oggi, a distanza di qualche giorno dagli appassionati dossier sul vertice europeo di lunedì, è arrivata la secca smentita: e proprio da una personalità che a quegli incontri – e a quella cena – ha partecipato in prima fila.

E allora, Renzi è stato rimandato con qualche debito? «Non si possono dare voti – ha dichiarato ancora Squinzi – credo che sia ancora a casa che si sta preparando alle interrogazioni. Quando comincerà a rispondere alle interrogazioni formeremo i nostri giudizi». Il giudizio (finale) sull’operato del premier, quindi, non può che sospendersi: ma il voto alla trasferta di certo non arriva alla sufficienza…

 

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