Festa, farina e Rolling Stones: Marino li vuole al Circo Massimo, ma chi li paga?

15 Mar 2014 12:31 - di Priscilla Del Ninno

Il mito si materializzerà nel cuore pulsante – e cantante – della grande bellezza romana: e il 22 giugno i Rolling Stones saranno in concerto al Circo Massimo. La sorpresa che il sindaco Marino voleva riservare alla città, è stata bruciata questa mattina dall’annuncio dei media e dalla conferma arrivata da fonti del PostePay Rock in Roma: l’appuntamento capitolino farà parte del tour 2014, che al momento vede confermate le date del 7 giugno al Pinkpop Festival in Olanda e il 28 giugno al Tw Classic Festival in Belgio.

Da anni ormai, e in particolare negli ultimi dodici mesi, la leggendaria band al mezzo secolo di vita, gioca magistralmente sull’idea dei concerti d’addio: una realtà sulla carta sempre più probabile – visto che i vari componenti del gruppo hanno gloriosamente superato le 70 primavere, con l’eccezione del più giovane che è Ron Wood che di anni ne ha 67 – eppure non ancora tradotta in un effettivo ritiro dalla scena. E il motivo non è certo il timore di finire su una pachina al parco pubblico, a seminare briciole di pane per piccioni: la verità – senza nemmeno industriarsi a fare grandi dietrologie –  è che a suon di concerti live intestati al presunto addio, i favolosi Stones hanno messo in moto una insuperabile macchina da soldi: una giostra spettacolare con cui continuano a macinare cachet da favola, trascinati da un irrefrenabile Mick Jagger, e da un meccanismo promozionale e finanziario implacabile. Oltre che da un appeal ormai davvero leggendario che, nonostante tutto, non sembra voler arrendersi al tempo.

Basti pensare allora che, con appena 15 concerti sostenuti da un Paese all’altro degli Stati Uniti, Jagger and co. sono riusciti a fatturare – tra compensi, marcketing e varie – una cifra pari a circa 80 milioni di dollari. La domanda allora è: quale compenso è stato pattuito per l’esibizione romana? E, soprattutto, chi paga? Non solo gli artisti, ma tutta la macchina organizzativa relativa al concerto romano.

Certo, anche questa mitica tappa rock degli Stones prevederà pacchetti, sconti, convenzioni, omaggi e, chi più ne ha, più ne metta. E sicuramente a coprire la gran parte delle spese per la band e per l’allestimento della mitica iniziativa provvederanno gli organizzatori, un preventivo di spesa a cui vanno aggiunti peraltro i finanziamenti degli sponsor. Ma tutto sommato si arriva davvero alla copertura totale del budget? E se così non fosse, a chi toccherebbe mettere la differenza? Al Campidoglio dall’alto del suo bilancio in rosso? Davvero a Roma questa kolossale iniziativa non costerà nulla, come si affrettano a rassicurare dal team amministrativo della capitale?

Di certo blindare la città come se fosse sotto assedio, e presidiarla quasi come durante un G8. Tutelare il Circo Massimo dall’assalto di chi tenterà di entrare senza pagare il biglietto. Allestire un piano traffico che devii la circolazione dei mezzi, a copertura dell’intera zona archeologica che va da Caracalla al Circo Massimo e dintorni, isolando gli abitanti. Predisporre la capitale all’arrivo straordinario di centinaia di migliaia di fans provenienti da tutta Italia, quando la città – in assenza di un vero piano di viabilità urbana, pedonalizzazioni e piste ciclabili a parte – dà quotidianamente prova di un congestionamento del traffico ormai cronicizzato, e con un servizio di trasporto pubblico al collasso, non sono certo voci in carico economico dei promoter. Insomma, ne sentiremo delle belle: e non solo il 22 giugno…

 

 

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