E la Pinotti si adegua al “verbo” di Obama: contrordine compagni, gli F35 non si toccano!

28 Mar 2014 19:04 - di Corrado Vitale

Italiani, un popolo di santi,  poeti, navigatori… e di inguaribili parolai. Soprattutto gli italiani che si identificano con la nouvelle vague renziana. Avevano promesso sfracelli sugli F35. «Eh, eh, noi sì che ci abbiamo la schiena dritta!».  Persino il neoministro della Difesa Roberta Pinotti era scesa in campo un paio di settimane fa, annunciando la svolta sugli F35. «È  lecito immaginare che si può ripensare, si può ridurre, si può rivedere», aveva dichiarato solennemente a Sky Tg24, per la gioia delle componenti di sinistra del Pd. E i 21 componenti piddini della Commissione Difesa della Camera erano pronti a dare battaglia, annunciando il dimezzamento del programma sui cacciabombardieri costruiti dalla Lockeed Martin. È bastata la visita di Obama e il brusco richiamo all’ordine che ne è seguito per determinare un clamoroso e repentino dietrofront tra gli uomini e le donne di Largo del Nazareno. La musica è improvvisamente cambiata.  Parlando alla festa dell’Aeronautica, ecco cosa ha detto il ministro Pinotti: «Io dico ai militari di stare sereni perché, lo ha detto ieri il premier Renzi, quando parliamo di forze armate e della necessità che l’Italia continui a svolgere il suo ruolo per la sicurezza del mondo, significa che non possiamo fare passi indietro. Quando parliamo di efficientamento non significa togliere quello che è essenziale ma evitare che ci siano sprechi». Tradotto dal politichese al linguaggio corrente, significa che il programma sugli F35 resta immutato.

Il capogruppo del Pd alla Camera, Roberto Speranza, si adegua alle nuove direttive e annuncia il contrordine compagni. «Gli F35 non sono inutili», dichiara serafico a Omnibus su La7. Un assordante silenzio arriva dalle file del Pd. Solo il deputato Edoardo Patriarca osa porre questa irriverente domanda: «Basta una visita di Obama in Italia per farci cambiare opinione sugli F35?».

Chiosa perfidamente il coordinatore nazionale di Sel Nicola Fratoianni: «Insomma prima la marcia indietro sulla necessità di superare il vincolo del 3% successiva all’incontro berlinese con la cancelliera tedesca. Oggi dopo l’incontro con il presidente americano, prima la ministra Pinotti e poi il capogruppo del Partito Democratico Speranza preparano l’ennesimo voltafaccia sugli F35 Abbiamo capito che il governo e i suoi annunci sono del tutto inaffidabili».  Valeva la pena di tanto spreco di prosopopea da parte di Renzi & C. ? Dalla deriva plebiscitaria alla deriva parolaia.

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