Bufera su Moretti dopo la gaffe sui super-stipendi. Renzi lo perdona, la Meloni no: «Vada pure all’estero…»

21 Mar 2014 20:00 - di Antonella Ambrosioni

Il premio “La frase del giorno” se l’è guadagnata l’ad delle Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, 850 mila euro l’anno, che ha sfidato Renzi (e la sensibilità degli italiani) in tema di spending review: «Me ne ne vado se il governo mi taglia lo stipendio». Gli stipendi d’oro non i toccano, dice l’ex sindacalista della Cgil. «Lo Stato può fare quello che desidera: sconterà che una buona parte di manager se ne andrà andrà all’estero», ha detto a Bologna, al Congresso nazionale delle cooperative di produzione e lavoro. Bene, vattene è stata la reazione più generosa del mondo politico, sindacale e soprattutto della rete dove, superata la rabbia, fantasia e scherno si sono scatenati. Su twitter addirittura Moretti si è guadagnato tre “hashtag” e un profluvio di vignette, commenti satirici, a partire dagli scontati, «Moretti stai sereno» e «Moretti ce ne faremo una ragione». Renzi docet. Se si aspettava che li italiani trattenessero con le unghie e coi denti avrà a avuto una delusione, il grande manager. Il sarcasmo di Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia- Alleanza nazionale, è consegnato sul suo profilo Fb: «In un tempo nel quale si chiedono sacrifici feroci a tutti gli italiani, reputiamo che non si possa non intervenire anche sugli elevatissimi compensi dei vertici delle aziende pubbliche. Se questi reputeranno la nuova soglia che sarà stabilita inadeguata alle proprie capacità, è giusto che si guardino intorno e colgano le opportunità che possono arrivare anche dall’estero». Che espatrino pure. Non pare poi che all’estero se li stiano litigando i nostri super manager. Altro sarcasmo: «Ad oggi, purtroppo, abbiamo avuto pochissimi esempi di questo tipo e più che i nostri manager pubblici sono richiesti all’estero i nostri giovani neolaureati, i nostri ricercatori e i tanti cervelli in fuga. Questi sì, probabilmente, sottopagati in Patria rispetto al loro effettivo valore», conclude la presidente di FdI. E Renzi? Ha già perdonato Moretti: «Quando vedrà la ratio dell’intervento sugli stipendi dei dirigenti pubblici sarà d’accordo con me», spiega.

Se se ne andasse, dice invece la senatrice dem Granaiola mentre la De Petris di Sel  bolla come inaccettabile il ragionamento di Moretti, di cui il leghista Salvini invoca le dimissioni. Moretti, dovrebbe essere il primo ad accettare un taglio della sua “retribuzione” «in considerazione della grave crisi  e delle enormi difficoltà economiche in cui si trovano gli utenti della sua azienda, cittadini vessati dalle tasse e dalle tariffe, i quali non a caso evidentemente grazie a Moretti si trovano da tempo senza importanti collegamenti regionali, con pochi treni a disposizione e indecorosi». Così il segretario generale dell’Ugl, Giovanni Centrella, mentre dal Codacons farebbero ponti d’oro: «Se se ne andasse, gli pagheremmo il biglietto aereo».
Ricordiamo che Moretti è stato sempre coccolato dall’establishment di sinistra. Era considerato un dalemiano quando andavano insieme alle partite della Roma. Poi quando il centrosinistra ha cominciato a vacillare è stato per un po’ vicino al centrodestra. Ma per poco. Nel 2006 è di nuovo il centrosinistra prodiano a volere Moretti amministratore. L’arrivo al governo dell’ex Antitrust, Antonio Catricalà, e di Corrado Passera, aveva fatto presagire tempi duri per Moretti. Invece rimase ben saldo al suo posto.

Di sicuro, oggi, su twitter stanno organizzando collette per biglietti di sola andata, «che vada pure ma con l’aereo perché col treno farebbe tardi», ironizza il popolo di twitter anche sulla presunta qualità dell’apporto di Moretti nelle Fs. Scatenati: c’è chi gli augura di «farsi un giretto sulla tratta Agrigento-Messina il 30 luglio», chi gli augura «1000 viaggi sulla tratta Roma-Cassino con il treno delle 17.42». C’è chi sarcasticamente ha pietà e promuove l’iniziativa: «Invia anche tu un Sms al 408752 per donare 1€ a #Moretti, AD di Trenitalia. Vivere con meno di 850 mila euro è ingiustizia sociale: pensaci». Terminano con una domanda: «Chiediamo ai pendolari e agli abitanti del Sud se vogliono la riconferma di #Moretti alle ferrovie»? Non è amatissimo Moretti, ci par di capire: «Minacci di andare all’estero… Francia, Svizzera, Austria e perfino Slovenia e Croazia stanno chiudendo le frontiere…».

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