Artigiano toscano cerca lavoro sul web e si rivolge ai cinesi: referenziato, no perdigiorno, e molto deluso dall’Italia

29 Mar 2014 11:32 - di Priscilla Del Ninno

Cercasi lavoro, referenziato, no perdigiorno. Deluso ma non del tutto rassegnato, e disposto a trasferirsi anche dall’altra parte del mondo. La necessità aguzza l’ingegno, è vero. Ma forse in questo caso andrebbe detto più propriamente che il dramma della disoccupazione attiva la fantasia. Così, succede che un imbianchino livornese di quarantaquattro anni pensi bene di sperimentare, e diffondere sul web, un video-curriculum indirizzato direttamente al mercato del lavoro cinese. E opportunamente, nel suo biglietto di presentazione multimediale – registrato con tanto di sottotitoli in mandarino – caricato su YouTube, e poi rilanciato on line dal Tgcom Mediaset, l’operaio toscano si presenta: «Buongiorno popolo di cinesi, ho 44 anni e sono un artigiano condannato alla disoccupazione». Elenca le sue capacità professionali («Ho lavorato come imbianchino, muratore, cartongesso, ma so fare bene anche il giardiniere. Autista. Gruista. Magazziniere, con patente C»). Fornisce dati personali attraverso i quali è possibile contattarlo, e, soprattutto, lusinga il popolo del “Celeste Impero” per efficienza e spirito d’iniziativa imprenditoriale («Vi ammiro per le vostre energie e intraprendenza, ma anche perché, mi spiace dirlo, questo Stato, l’Italia, è diventato un Paese di m…»).

Emerge un misto di rabbia e indignazione, nelle parole del disoccupato e referenziato lavoratore livornese, mischiate a un senso di rassegnazione e di delusione per le possibilità naufragate e sepolte dalla crisi, e le potenziali aspettative, fin qui nutrite, di ripresa dalla recessione. «L’Italia mi ha abbandonato, mi rivolgo a voi perché sgobbate e vi fate un c…così», dichiara in un passaggio del video l’uomo, che nell’appello digitale si rivolge alla Rete e ai cinesi anche per trovare un occupazione in Cina, se necessario. Chissà, allora, se in quel mondo operoso che sta via via imprimendo il suo marchio di fabbrica in casa nostra, dominando e condizionando la realtà commerciale internazionale, c’è un posto anche per il nostro artigiano disoccupato. Chissà, se il mercato asiatico, che ha rivoluzionato in questi ultimi anni la nostra dimensione (e qualità) professionale; orientalizzato, fin quasi al limite della silente “invasione urbana”, i quartieri delle nostre città, in virtù del libero scambio possa in qualche modo offrire un’opportunità all’originale “tuttofare” toscano, disponibile al melting pot professionale, in quota manodopera e manovalanza, rigorosamente made in Italy.  Chissà…

 http://www.youtube.com/watch?v=hAXqEFqdHY4

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