Albertini passa nel Nuovo centrodestra. È partita la campagna acquisti di Alfano

1 Mar 2014 17:09 - di Valeria Gelsi

Gabriele Albertini ha lasciato Per l’Italia di Mario Mauro e ha ufficialmente aderito al Nuovo centrodestra di Angelino Alfano. L’annuncio formale è stato dato nel corso di una manifestazione al teatro Dal Verme di Milano, dopo che Roberto Formigoni l’aveva anticipato su twitter. «Eccolo! È Gabriele Albertini, è lui il nuovo senatore che aderisce al Ncd. Albertini torna dalla parte giusta, lavora e combatte con Ncd», ha scritto l’ex presidente della Regione Lombardia, mentre è stato il ministro dell’Interno, nel corso della kermesse, a salutare la new entry come «un grande sindaco di Milano». «Da oggi – ha detto Alfano – aderisce al Ncd facendo più bella, forte e prestigiosa la nostra rappresentanza al Senato». Con Albertini salgono a 32 gli esponenti del partito a Palazzo Madama, che si aggiungono ai 29 alla Camera. «Siamo una start up di successo, anche perché abbiamo una forte presenza parlamentare», ha proseguito il leader del Nuovo centrodestra, rivendicando anche i successi sul territorio: «centomila iscritti» e oltre «diecimila circoli» sono i numeri dichiarati al Dal Verme. Sullo sfondo ci sono da un lato la riorganizzazione di Forza Italia, con la campagna per i club Forza Silvio, e dall’altro il successo delle primarie di Fratelli d’Italia, che ora va verso il congresso del prossimo fine settimana. Non a caso, entrambi i competitor hanno fatto capolino nelle parole di Alfano. Anche il Ncd sembra alla ricerca di una sua fase propulsiva. Il ministro dell’Interno ha voluto marcare le differenze rispetto agli azzurri. «Noi abbiamo grande rispetto per la nostra storia ma non siamo convinti che la nostra storia e il nostro futuro siano la stessa persona», ha detto, aggiungendo di non credere affatto alla possibilità, indicata invece da Silvio Berlusconi, che si vada a votare nel giro di un anno. Diverso il discorso per FdI: Alfano non ha nominato la formazione di Meloni, Crosetto e La Russa, ma è finito comunque per lodarne indirettamente le scelte, rivendicando la bontà delle primarie. Nel Pd hanno permesso «il miracolo di avere un presidente del consiglio under 40. Perché il centrodestra non deve avere la possibilità di scegliere democraticamente la leadership?», ha chiesto, incassando l’applauso della sala. Intanto, si lavora per ingrossare le file sia dentro sia fuori dal Parlamento, tanto che l’esordio di Albertini è stato all’insegna di un tentativo di moral suasion verso Mauro e di un abboccamento verso Corrado Passera. «Se ha qualcosa da dire venga con noi», ha esortato il senatore rivolto a Passera, sottolineando che «ognuno si fa il suo partito, ma più che ognuno che si fa la sua scialuppa, bisognerebbe che ci si mettesse a costruire un vascello in grado di affrontare il mare». Altrettanto diretto l’invito a Mauro. Albertini ha voluto chiarire che con il leader di Per l’Italia non c’è alcuna divergenza di vedute e che, semmai, la separazione si è consumata su scelte tattiche. «Io ho lasciato Scelta civica perché è diventata sciolta civica. Si è divisa e una parte, che ha tenuto il nome, dà appoggio quasi incondizionato al Pd di Renzi. Noi poi ci siamo suddivisi in Udc e Popolari per l’Italia con esiti elettorali non classificabili», ha spiegato Albertini, lanciando quindi il suo amo a Mauro: «Vieni con noi, abbassa le insegne del tuo partito personale. Diventeremo, con il tuo manipolo, una legione e vinceremo la battaglia contro i barbari».

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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