Tutti corteggiano i grillini in libera uscita, perfino gli ultimi vendoliani arroccati in Parlamento

28 Feb 2014 11:32 - di Antonella Ambrosioni

Riposizionamenti e corteggiamenti. L’“emorragia” grillina sta nutrendo i sogni di un nuovo centrosinistra a giudicare da quanto emerge in casa Sel e in qualche settore Pd. In un’intervista al Mattino si espone il presidente alla Camera del partito di Vendola, Gennaro Migliore: «Non penso ad annessioni o a inviti maliziosi, ma alla possibilità di un progetto politico comune». Il capogruppo Sel riflette sulla possibilità di costituire un gruppo in Parlamento con alcuni Cinque Stelle, diventati improvvisamente l’oggetto del desiderio: «Una convergenza tra le anime libertarie e democratiche dei grillini e una esperienza della sinistra – più tradizionale sebbene innovativa come la nostra – è possibile». Fuor di metafora, una manciata di voti in più al Senato alla Camera sono sempre manna dal cielo per un forza politica attualmente in difficoltà. Però per Migliore, l’iniziativa dovrebbe  partire dagli stessi dissidenti, come dire preferisce farsi corteggiare: «credo”», sottolinea «che debbano essere gli esponenti del M5S a decidere come organizzarsi, in modo che sia pienamente garantita la loro identità politica». Ma il disegno è più ambizioso e più che a un rapporto a due, l’idea è coinvolgere un “terzo” elemento politico, nel tentativo non tanto recondito di dare vita a una “terza maggioranza”. E Migliore punta su un eventuale ruolo dei civatiani in questo nuovo gruppo: «Se si riuscisse a raggiungere una consistenza di 20 e più senatori – sottolinea Migliore – ciò rappresenterebbe anche una evidente alternativa a un quadro politico bloccato dall’ipoteca sul governo da parte del Nuovo centrodestra». Sul “triangolo” Sel- fuorisusciti M5S-civatiani punta anche l’analisi de senatore Pd, Corradino Mineo, che intervistato da Repubblica si sofferma sull’ipotesi di un gruppo comune con i dimissionari del movimento e insiste sul ruolo che alcuni esponenti del M5S possono avere nella costruzione del Nuovo centrosinistra: «Sel, civatiani e una parte dei grillini possono portare avanti una battaglia comune, questo è certo. Il Nuovo centrosinistra – chiarisce – non è un partito, né si può inventare in cinque minuti. Ma può esserci in Parlamento». Risponde il terzo invitato a nozze: Pippo Civati: «Qualcuno parla con Verdini; io nella mia rubrica telefonica ho il numero di Vendola…», risponde sarcasticamente  a La telefonata su Canale5 attaccando il premier Matteo Renzi. «C’è molta tensione a sinistra del Pd – ammette Civati – come governo ed alleanza. Gli assetti del governo Renzi sono gli stessi di quelli del governo Letta, con una trasformazione del governo delle larghe intese in governo politico, per cui una certa riflessione va fatta», dice, guardando con favore alla «possibilità che in Senato si costituisca un’area di peso equivalente a quella di Ncd». Sì, non c’è dubbio che il terremoto pentastellato potrebbe alterare gli equilibri di governo, soprattutto di fronte a “partitini” in crisi di visibilità che prendono come oro colato ogni falla che il turbolento panorama politico può offrire.

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