Squinzi: «Il disagio delle imprese è enorme: dal governo solo analisi, niente risposte»

13 Feb 2014 12:50 - di Redazione

Le analisi, le parole, le “staffette” di governo lasciano profondamente irritati gli imprenditori e gli industriali che oggi a Torino sono riuniti insieme al leader di Confindustria Giorgio Squinzi. Basta parole, l’impresa non ne può più, è l’estrema sintesi di un disagio crescente, raffigurato plasticamente nello slogan di un manifesto: “Amo l’Italia, ma basta!”. Intervenendo e rispondendo a una domanda sul governo Letta il presidente degli industriali taglia corto: «È stata fatta una buona analisi, ma non sono state date le risposte che ci aspettavamo». E quando gli chiedono cosa ne pensa del possibile cambio della guardia tra Letta e Renzi, proprio non nasconde la sua insofferenza: «La politica non è compito nostro», ma lo stato di salute e il futuro delle imprese italiane sì. Tradurre in ossigeno per le aziende tutte le chiacchiere di questi anni è ancora un rebus. Arrivando all’Unione Industriale di Torino su questo nodo dolente per il destino del Paese Squizi è stato chiaro: «Vogliamo rendere noto, per chi non l’avesse capito, che il disagio delle imprese ormai dura da più di cinque anni. Direi, dunque, che il titolo “Senza impresa non c’è ripresa” che è stato creato per questa manifestazione sia la fotografia esatta di quello che deve essere il nostro futuro». Da tempo Squinzi lancia gridi di dolore e strali al governo. Solo due giorni fa, a margine di un incontro sulle infrastrutture nell’hinterland milanese, aveva detto: «Siamo proccupati, siamo terrorizzati dall’andamento dell’economia reale del Paese, in particolare del Nord. Dall’inizio della crisi, nel 2008, fino ad oggi, i problemi che le aziende devono affrontare sono ancora lì».

La sala dell’Unione Industriale, in via Fanti, è piena, con più di 600 imprenditori locali che lanciano un messaggio chiaro: «Non ne possiamo più, le aziende non riescono ad andare avanti con un sistema così asfissiante. È arrivato il momento in cui diciamo basta», scandisce Licia Mattioli, la presidente dell’Unione industriale di Torino. È lei la regista dell’evento. Ha preso la parola Paolo Pininfarina, presidente e a.d. della Pininfarina, che partecipa all’iniziativa degli industriali torinesi. «Sono mesi, se non addirittura anni, che il presidente Squinzi indica poche priorità importanti: la riduzione del cuneo fiscale è il problema numero uno e non penso che i 13 miliardi di cui ho sentito parlare siano risolutivi. Se ci si pone delle vere priorità, penso che sia tutto realizzabile. Se invece si cerca di fare cento piccole cose, con la teoria dei piccoli passi, non si va da nessuna parte», ha aggiunto l’imprenditore che scaglia strali al governo. «Ho sentito alla radio, pochi minuti fa», racconta,«un ministro dire che “è ora di passare all’azione”: dopo dieci mesi? Dieci mesi sono tanti: da aprile a febbraio non si è fatto praticamente nulla. Ci vuole più velocità, critico il ritmo del sistema». Ci vuole una grande cambiamento culturale nei confronti dell’impresa, un cambio di passo, così, i gli industriali torinesi per il momento hanno lanciato un’iniziativa. L’hanno battezzata “la marcia digitale dei 40 mila”, ossia, per dare continuità alla manifestazione, sarà in funzione il sito www.ripreseimprese.it. Il progetto e la campagna nascono da un’idea creativa di Marco Testa.

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