Sentenza choc sulle droghe leggere: il centrodestra all’attacco della Consulta

12 Feb 2014 17:25 - di Redattore 92

«Appaiono sempre più di natura politica e ideologica le sentenze della Corte Costituzionale, che giorno dopo giorno perde di credibilità agli occhi dei cittadini. Con la decisione di oggi viene finalmente realizzato quello che la sinistra chiedeva da anni: avviare un processo di legalizzazione delle droghe a cominciare dalla depenalizzazione di quelle cosiddette ‘leggere’ e dalla liberazione di pusher e spacciatori».  Così la presidente dei deputati di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni commentando la decisione della Consulta. «Si tratta di una scelta sbagliata – osserva Maurizio Gasparri – che rischia di incrementare lo spaccio e il consumo di sostanze stupefacenti laddove rivive una legge che prevede pene più basse per le droghe leggere. Uno schiaffo inferto – aggiunge il vicepresidente del Senato – a chi in questi anni ha lavorato con dedizione per il recupero di tanti tossicodipendenti, ai ragazzi che hanno con tenacia capito che la droga porta dipendenza e quindi la morte, e hanno invece scelto la vita. Oggi – nota Gasparri – si è scritta una pagina buia della storia giuridica del nostro Paese. Spiace che tanta superficialità diventi il tratto saliente di un organo che doveva essere di garanzia e invece diventa strumento di demolizione della società italiana. La Corte Costituzionale è sempre di più un grave problema di questo Paese». Tra i commenti più duri, quello di Caro Giovanardi, tra gli autori della legge sul consumo di droghe. «La Fini-Giovanardi – osserva il senatore del Nuovo centrodestra – è entrata in vigore all’inizio del 2006: nessuno dei governi e dei parlamenti eletti nel 2006, 2008 e 2013, con maggioranze di centrosinistra, di centrodestra o tecniche, ha mai provveduto a modificarla. Dopo otto anni la Corte Costituzionale scavalca il Parlamento confermando alcuni articoli aggiunti nella legge di conversione e annullandone altri sulla base anche di una ben orchestrata campagna promozionale». Nel merito della questione, Giovanardi segnala inoltre  «che rimane in vigore la legge precedente, che punisce con l’arresto e il carcere sia lo spaccio di cannabis che quello di altri tipi di droghe, con la relativa riproposta confusione giurisprudenziale di quale sia la quantità di sostanza che fa scattare la sanzione penale mentre il ricollocare in tabelle diverse le cosiddette droghe leggere e pesanti è una scelta devastante dal punto di vista scientifico e del messaggio rivolto soprattutto ai giovani su una presunta differenziazione di pericolosità dei vari tipi di sostanza, delle cui conseguenze la Corte stessa si assume tutta la responsabilità». Un tema sul quale il collega di partito nonché ministro dei Trasporti, Maurizio Sacconi ribadisce che non ci saranno sconti. «Il Nuovo Centrodestra opererà affinché nella legislazione italiana rimanga evidente il disvalore dell’uso, e ancor più del commercio, di droghe leggere, in quanto fonti autorevoli hanno più volte dimostrato come esse siano nelle persone fragili il viatico per le droghe più pesanti e come alimentino i circuiti criminali. La Consulta peraltro – precisa Sacconi – ha cassato alcune disposizioni solo per ragioni formali inerenti il processo legislativo adottato».

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