Ricucire gli strappi nel segno dell’armonia che ci ha insegnato Tatarella

4 Feb 2014 17:17 - di Oreste Martino

L’accordo sulla legge elettorale, soprattutto con l’innalzamento al 37% della soglia minima per avere il premio di maggioranza ed evitare il ballottaggio, mette spalle al muro tutti i soggetti politici del centrodestra italiano, chiamati in tempi brevi ad affrontare il tema della ricostruzione di una coalizione che negli ultimi anni si è sfaldata tra diaspore, abbandoni e scissioni.

L’apertura di Casini circa un suo ritorno e la reazione benevola di Berlusconi sono già un primo assaggio di quel che accadrà ed un banco di prova si avrà domani pomeriggio a Roma al Tempio di Adriano, quando si terrà il convegno su “Il Centrodestra nella Terza Repubblica” organizzato dall’Associazione Tatarella assieme alla Fondazione Alleanza Nazionale. All’incontro, che non a caso si tiene in occasione del quindicesimo anniversario della scomparsa del “ministro dell’armonia” Pinuccio Tatarella, interverranno Angelino Alfano per il Nuovo Centrodestra, Pierferdinando Casini per l’Udc, Maurizio Gasparri per Forza Italia, Ignazio La Russa per Fratelli d’Italia, Mario Mauro per i Popolari per l’Italia e Roberto Maroni per la Lega Nord. Un parterre di sigle che se riuscissero a ricostruire in tempi brevi la coalizione potrebbero attrarre quel 37% di voti utili a battere nuovamente la sinistra al primo turno.

Certo, dopo quanto è accaduto negli ultimi anni ricucire strappi e ferite richiederà lucidità e lungimiranza, ma è l’unica strada per evitare di consegnare il governo alla sinistra e una parte di elettori moderati a Renzi. Oggi Ncd, Udc e Popolari per l’Italia sono al governo, Lega Nord e Fratelli d’Italia all’opposizione, mentre Forza Italia è stata prima in maggioranza e adesso è all’opposizione. Le differenze ci sono e non sono di poco conto, ma come fece Tatarella prima nel 1994 e poi dopo la sconfitta del 1996 vanno analizzate per trovare e valorizzare i punti che accomunano tutti e temperare quelli che dividono. L’ideale sarebbe la nascita, nel centrodestra, di un forum di fondazioni e associazioni pronto ad impegnarsi nei prossimi mesi per elaborare un programma comune, per trovare sintesi e mediazioni che possano unire chi oggi è diviso. È un lavoro difficile, ma inevitabile e indispensabile, senza il quale il centrodestra non tornerà a vincere.

Berlusconi conta su un significativo successo di Forza Italia, ma senza alleati capaci di portare alla coalizione una dote del 15% dei voti non vince né al primo turno né al ballottaggio. Il Nuovo centrodestra può superare la soglia di sbarramento, ma se non favorire l’aggregazione anche delle altre forze rischia di diventare marginale nella nuova coalizione. Lega, Fratelli d’Italia, Udc e Popolari per l’Italia, poi, stando alle previsioni non riuscirebbero a superare le soglie di sbarramento per le europee e le politiche, anche se i sondaggi potrebbero essere smentiti da Fratelli d’Italia grazie all’uso del simbolo di An, dall’Udc per i vantaggi elettorali che gli porta il rientro nel centrodestra e per la Lega dalla clausola alla legge elettorale che gli consente di entrare in Parlamento se supera il 9% in tre regioni.

Tatarella avrebbe ripreso a parlare di “oltre il polo”, di coalizione “ariosa” e “plurale” di “federazione di soggetti politici alternativi alla sinistra”, che in Italia sono stati, sono e saranno sempre la maggioranza. Domani si partirà dall’insegnamento del “ministro dell’armonia” per cercare di riunificare ciò che le distorsioni politiche degli ultimi anni hanno diviso.

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